La partecipazione sociale - PARTE III

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La partecipazione sociale - PARTE III

Personalizzazione della soglia di accesso: attività di breve durata, di affiancamento e in gruppo. Capacità specifiche e generali.

Il tipo di attivazione

Riprendendo il discorso sull’abbassamento della soglia di accesso, occorrerà considerare con attenzione il tipo di attivazione da proporre, prediligendo quelle attività che sono facilmente e adeguatamente realizzabili anche in presenza di motivazioni variegate.

«Più che “abbassamento della soglia di accesso” in questo caso si tratta di “personalizzazione della soglia”»

Alcuni esempi

Saranno preferibili:

· attività di breve durata che non richiedono impegni di lungo periodo. La modalità più soft è quella di proporre esperienze una tantum, alle quali sarà possibile partecipare anche soltanto una volta. Ad esempio a una gita di socializzazione è possibile partecipare anche solo in un’unica occasione, collaborando nella realizzazione dei vari momenti conviviali o ludici, contribuendo alla preparazione del pasto comune;

· attività in gruppo – già citate sopra – alle quali la persona partecipa insieme agli altri e quindi non svolge un ruolo “indispensabile” al buon andamento dell’iniziativa (né sul fronte organizzativo, né su quello relazionale) il che le permette di sentirsi libera di abbandonare l’attività senza che questo comporti particolari difficoltà per sé o per gli altri;

· attività di affiancamento, particolarmente utili per quelle forme di partecipazione che comportano attività complesse, finalizzate ad offrire un tempo nel quale la persona affianca chi ha più esperienza. Uno degli aspetti ai quali va data maggiore attenzione è quello della “verifica di compatibilità” tra il percorso di partecipazione che si intende stimolare e il corredo di capacità (abilità, attitudini, competenze, esperienze) di cui la persona dispone.

Personalizzazione della soglia

Questo permette di proporre alle persone quelle forme di partecipazione che sono maggiormente “congeniali”. In quest’ottica, abbassare la soglia, non significa proporre attività genericamente semplici, bensì coinvolgimenti che valorizzino i punti di forza di quella particolare persona e che non si scontrino con i suoi punti deboli. Questo permetterà a ciascuno di fare esperienze positive, stimolando una sempre più ampia “competenza appresa”. Più che “abbassamento della soglia di accesso” in questo caso si tratta di “personalizzazione della soglia”.

A tal riguardo è bene considerare due diverse aree di competenza:

· l’area delle capacità specifiche, quelle relative allo svolgimento di mansioni e compiti particolari, ad esempio l’aiutare nello studio un ragazzo a rischio di bocciatura scolastica richiede che la persona sia in possesso di buone competenze nelle materie che il ragazzo deve recuperare;

· l’area delle capacità generali, cioè di quelle che non richiedono particolari doti o competenze professionali ma hanno a che fare con il buon senso comune e le capacità diffuse.

Andranno pertanto evitate forme di partecipazione che comportino situazioni potenzialmente imbarazzanti (ad esempio fare una comunicazione in pubblico, parlare con persone sconosciute, etc.) o che richiedano il fronteggiamento di situazioni problematiche o anche soltanto “ignote” (meglio, ad esempio, proporre di assumere l’impegno del sostegno scolastico a favore di ragazzi già noti – come i compagni di classe dei propri figli – piuttosto che di persone non conosciute).


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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