Il Dipartimento per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha ammesso a finanziamento per il progetto “Bond Building for teens”. L’obiettivo è realizzare percorsi di affiancamento relazionale per ragazzi con deprivazioni familiari al fine di:
Analisi del “bisogno di affidamento/affiancamento familiare” degli adolescenti e preadolescenti out-of-home residenti nei territori di attuazione del progetto. La mappatura viene elaborata d’intesa con i servizi sociali territoriali e le comunità ospitanti. Nella mappatura vengono compresi anche i minori stranieri non accompagnati, ospiti dei servizi residenziali, per i quali l’inserimento/affiancamento di una famiglia può rappresentare una risposta importante ed appropriata.
Realizzazione di attività di socializzazione collettiva tra i teenagers out-of-home e alcuni adulti/famiglie “positivi” del territorio. Le attività di socializzazione possono consistere in iniziative sportive (partite di calcetto, di pallavolo…), in passeggiate fuori-porta, in attività laboratoriali (musicali, gastronomiche, artistiche…) nelle quali piccoli gruppi di adolescenti/preadolescenti e di adulti vengono coinvolti, in modo costante, in appuntamenti mono/bi-mensili. L’individuazione degli adulti/famiglie positivi da coinvolgere è effettuata rivolgendosi a: persone con pregresse esperienze in ambito solidaristico e/o educativo, come la partecipazione ad organizzazioni di volontariato, a gruppi di impegno sociale, ad associazioni educative…), neo-pensionati con competenze educative o sociali (insegnanti in congedo, etc.). Alcune disponibilità possono essere reperite mediante percorsi ad hoc rivolti agli “aspiranti adottivi” del territorio. Le attività di socializzazione sono realizzate, ove possibile, con la collaborazione del personale delle comunità educative che ospitano i ragazzi.
Durante le attività di socializzazione “scatteranno” spontaneamente alcune simpatie tra ragazzi e adulti. Tali “inneschi relazionali” andranno monitorati e favoriti, sostenendone l’evoluzione in forme più o meno intense di affiancamento familiare. Gli adulti potranno così – previo accordo con le autorità competenti sul caso – realizzare, almeno quindicinalmente, piccole uscite con il ragazzo da loro “affiancato” (andare al cinema, in pizzeria, fare i compiti scolastici pomeridiani, accompagnarlo ad una visita medica, …).
Durante l’affiancamento matureranno, in alcuni casi, le condizioni per l’evoluzione in accoglienza famigliare (da attuare, su disposizione delle autorità competenti, mediante affidamenti familiari ai sensi della legge 184/83).
Gli affidamenti e gli affiancamenti familiari man mano avviati saranno accompagnati sul piano socio-psico-pedagogico al fine di favorirne il migliore prosieguo possibile. Nel caso di minori stranieri non accompagnati occorrerà attivare anche interventi di mediazione culturale. Sarà opportuno favorire anche forme di “mutuo aiuto” tra affidatari, valorizzando la presenza territoriale di reti/associazioni familiari.
Il progetto ha una durata massima di 12 mesi.
I soggetti della rete (sia diterzo settore che istituzionale) formalizzano la loro adesione al progettomediate apposita manifestazione di interesse.