In Family Netw
Rete Centro-Meridionale tra Servizi Sociali e Associazioni Familiari per l'accoglienza di bambini e ragazzi
Affido eterofamiliare poco sviluppato al Centro-Sud
Gli ultimi dati ministeriali sui minorenni che vivono al di fuori della loro famiglia,1 mostrano che nelle Regioni del Centro Sud-Italia l’affidamento eterofamiliare si presenta poco sviluppato. Ogni 10 bambini e ragazzi “out-of-home”, ve ne sono solo 1-2 in affido eterofamiliare, 3 in affido a parenti e 5-6 inseriti in una comunità residenziale. Si tratta di un quadro ben al di sotto della media nazionale e molto distante da gran parte delle regioni del Centro-Nord. È uno scenario determinato da variegati fattori: le differenti culture familiari e dei legami, i diversi ruoli e livelli di strutturazione dei servizi sociali, il minore sviluppo delle politiche di welfare e della spesa sociale pro-capite, la differente diffusione dell’associazionismo familiare, le variegate caratteristiche socioeconomiche generali, etc.
1. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Bambini e ragazzi in affidamento familiare e nei servizi residenziali per minorenni. Anno 2017, in Quaderni della Ricerca Sociale (46), 2020, in bit.ly/3bAEa2b; Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Bambini e ragazzi in accoglienza in Italia. Esiti dell’indagine campionaria sull’affidamento familiare e i servizi residenziali, in Questioni e documenti n. 66, 2019, in https://bit.ly/2OD0CyW
La mancanza delle Banche Dati degli affidatari
Un fattore significativo, anche se non unico, che contribuisce fortemente al ridotto sviluppo dell’affidamento eterofamiliare, riguarda la diffusa mancanza di banche dati degli affidatari. Questo rende assai complesso, per i servizi sociali territoriali, il lavoro di individuazione di famiglie disponibili, formate e idonee da abbinare ai bambini e ragazzi bisognosi di un affidamento eterofamiliare. Le Linee di indirizzo nazionali sull’affidamento familiare2 segnalano l’importanza di predisporre e aggiornare Banche Dati «delle risorse reperite e formate» (Raccomandazione 122.d.2) e di promuovere lo scambio informativo tra le varie Banche Dati allo «scopo di favorire, da parte dei servizi territoriali, l’individuazione delle risorse più adeguate» (Raccomandazione 123.1).
2. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Linee di indirizzo per l’affidamento familiare, in https://bi t.ly/3t3M3Dz
Gli "adottabili
non adottati"
Un altro dato significativo sulla parziale attuazione del diritto dei minorenni a crescere in famiglia è quello dei cosiddetti adottabili non adottati. Si tratta di bambini e ragazzi portatori di bisogni complessi (disabilità importanti, età avanzata, fratrie numerose), per i quali i Tribunale per i Minorenni, a seguito della sentenza che ne dichiara l’adottabilità, non hanno trovato disponibilità tra le liste delle coppie disponibili all’adozione. In base ai dati resi disponibili dal Ministero della Giustizia si tratta di oltre 400 bambini e ragazzi3 . Questi bambini e ragazzi trascorrono tutta la loro infanzia e adolescenza nelle comunità residenziali. Quelli con grave disabilità restano in struttura anche oltre il compimento della maggiore età, venendo trasferiti nelle comunità residenziali per adulti. Alcune esperienze degli ultimi anni hanno dimostrato che ampliando la ricerca alle reti associative la ricerca delle coppie/famiglie disponibili ad adottarli o ad accoglierli in affido eterofamiliare è possibile dare famiglia adottiva e affidataria a questi bambini e ragazzi. Tuttavia, ad oggi, tali esplorazioni avvengono solo in alcuni casi e in modo incidentale, a fronte dell’impegno di singoli giudici minorili o operatori sociali e della disponibilità di alcune realtà associative.
3. Al 15 ottobre 2017 erano 424, suddivisi tra i 29 Tribunali per i Minorenni italiani. Dei sette Tribunali con il maggior numeri di casi, sei sono del Centro-Sud Italia: 59 Napoli, 59 Catania, 39 Bari, 37 Bologna, 34 Roma, 32 Palermo, 27 L’Aquila.
Biennio di lancio sperimentale dell’iniziativa
"In Family Netw"
La Federazione Progetto Famiglia, in sinergia con alcuni servizi sociali territoriali e associazioni di famiglie affidatarie e adottive, sta lavorando al lancio, in via sperimentale, per il biennio giugno 2021 – maggio 2023, dell’iniziativa “In Family Netw”, finalizzata allo sviluppo di una rete centro-meridionale con l’obiettivo di favorire l’incontro tra il “bisogno di accoglienza familiare” rilevato dai servizi sociali territoriali e la “disponibilità all’accoglienza familiare”, suscitata e accompagnata dai servizi stessi e dalle associazioni e reti familiari.
Rispetto dei ruoli,
pre-abbinamento esplorativo e funzione sussidiaria
L’incontro tra “bisogni” e “disponibilità” che l’iniziativa In Family Netw intende favorire ha il valore di un “pre-abbinamento esplorativo”. Punta cioè a facilitare il “contatto preliminare” tra i servizi sociali e tra questi e le associazioni e non entra nel merito della valutazione di idoneità delle famiglie disponibili né dell’abbinamento tra queste e i minorenni bisognosi di accoglienza, funzioni di competenza dei Servizi sociali titolari del caso e, per i percorsi giurisdizionali, dei Tribunali per i minorenni. Il ricorso a In Family Netw è deciso, di volta in volta, dal servizio titolare del caso, orientandosi ad utilizzarlo come modalità “sussidiaria”, a cui fare ricorso solo nei casi di inefficacia delle ordinarie modalità di individuazione delle disponibilità.
Modalità operativa
Al fine di favorire l’incontro tra bisogni e disponibilità, In Family Netw si basa su una piattaforma web allestita da Progetto Famiglia (a breve disponibile all’indirizzo www.progettofamigliaformazione.it/advavacy/in-family-netw) recante una sezione dedicata ai pre-abbinamenti esplorativi. Si tratta di un’area, ad accesso riservato, 4 nella quale per ciascun minorenne bisognoso di accoglienza viene inserito un breve profilo [privo di nominativo e di altri dati identificativi], fornito dal soggetto istituzionale titolare del caso. Di volta in volta l’immissione sul sito di un nuovo profilo viene notificata ai servizi e alle realtà associative aderenti all’iniziativa, che rispondono segnalando l’eventuale presenza, nel proprio bacino, di persone o famiglie potenzialmente disponibili e abbinabili. Raccolto un breve profilo delle disponibilità [anche questo privo di dati identificativi], Progetto Famiglia lo comunica al Servizio titolare del caso, corredandolo dei recapiti del servizio/associazione di riferimento. Attivata la connessione tra “segnalatori dei bisogni” e “segnalatori delle disponibilità”, il percorso prosegue in autonomia da Progetto Famiglia, con gli approfondimenti e le modalità che il Servizio titolare del caso e gli altri soggetti coinvolti ritengono opportune.
4. L’accesso alla pagina “pre-abbinamento” è possibile soltanto mediante l’utilizzo di apposite credenziali ed è consentito esclusivamente ai soggetti istituzionali titolari dei minorenni bisognosi di accoglienza e ai soggetti istituzionali e di terzo settore dotati di un bacino di nuclei familiari potenzialmente disponibili.
Adesione sperimentale al Network
I servizi sociali e le associazioni/reti familiari disponibili a partecipare al biennio di sperimentazione di In Family Netw, compilano un apposito modulo di adesione inviandolo ad advocacy@progettofamiglia.org. L’adesione impegna i soggetti al rispetto delle finalità e delle modalità operative di cui alla presente scheda. In qualunque momento una realtà può recedere dalla sperimentazione inviandone comunicazione scritta ad advocacy@progettofamiglia.org.
Privacy e Riservatezza
L’attività di pre-abbinamento esplorativo non comporta l’inserimento, la comunicazione o la conservazione di dati sensibili relativi ai minorenni bisognosi di accoglienza e delle persone e famiglie disponibili all’accoglienza. Lo scambio di tali informazioni avviene in piena autonomia tra i soggetti istituzionali e di terzo settore coinvolti, senza il coinvolgimento di Progetto Famiglia. Gli unici dati inseriti, comunicati e trattati da Progetto Famiglia mediante la piattaforma web di In Family Newt sono relativi ai referenti dei servizi sociali e degli enti di terzo settore aderenti (nominativo, qualifica professionale, ente di appartenenza, recapiti telefonici ed elettronici). Si tratta di dati comunicati dagli stessi servizi/enti, trattati da Progetto Famiglia sulla base del consenso privacy raccolto in fase di adesione al network.
Referenti di
"In Family Netw"
L’iniziativa è coordinata da:
Marco Giordano
Presidente Federazione Progetto Famiglia
Carmela Memoli
Presidente Ass. Progetto Famiglia Affido
Carmela Carotenuto
Assistente sociale di Progetto Famiglia Affido
Marilena Di Lollo
Operatore sociale di Progetto Famiglia Affido
Info e Contatti
Marilena Di Lollo
338 640 8626
advocacy@progettofamiglia.org
Carmela Carotenuto
380 749 3597
tutor.formazione@progettofamiglia.org

Dove Siamo
Mappa delle Organizzazioni aderenti a In Family Network (Enti pubblici territoriali, Associazioni/reti di affidatari) e degli Enti patrocinanti
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