Covid 19: la rete tra rischi ed opportunità (parte II)

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Covid 19: la rete tra rischi ed opportunità (parte II)

Virtuale non reale. TikTok e Facebook: pericolo sociale. Assistente sociale e ecologia dei media: arricchimento reciproco.

Facebook come luogo di incontro e partecipazione sociale 

In questa realtà virtuale troviamo numerosi “gruppi” sorti durante l’emergenza sanitaria. A ritrovarsi in questi gruppi sono persone provenienti da tutto il territorio Nazionale e le interazioni sono molteplici: si passa da richieste di informazione e approfondimento rispetto alla natura del virus e alle disposizioni ministeriali, alla condivisione delle pratiche quotidiane, alle manifestazioni degli umori e degli stati d’animo del momento.  

All’interno di questi spazi si formano delle comunità, unite non solo dalla lotta contro il virus, ma soprattutto da un vissuto condiviso, conseguenza di un repentino e inaspettato cambiamento delle abitudini e degli stili di vita. I contenuti dei post pubblicati, a volte banali a volte più ricchi di significati, consentono di raccogliere elementi utili a ricostruire il contesto nel quale è avvenuta la diffusione del questionario di ricerca.  

L’analisi dei gruppi Facebook nati con l’emergenza Coronavirus ha portato all’identificazione di tre principali tipi di gruppi: 

a) gruppi di informazione e confronto sul Coronavirus: gruppi che hanno l’obiettivo di diffondere informazioni sulla diffusione e sulle notizie medico-scientifiche relative al virus; 

b) gruppi zona rossa: gruppi che riuniscono i cittadini dei comuni, delle regioni o più in generale dei territori più colpiti dall’emergenza; 

c) gruppi “io resto a casa”: gruppi d’intrattenimento e di condivisione dei propri stati d’animo. 

«La comunicazione è pensata come legame di apertura e non come narcisistica espressione di tanti individui soli»  

Rete: risorsa sociale o pericolo sociale? 

Nonostante la rete ha numerosi vantaggi e ha permesso di fare comunità in un periodo molto particolare, ad essa sono legati alcuni rischi che non si possono sottovalutare. Questa realtà virtuale, molto spesso, è una realtà basata sull’apparenza che, nella maggior parte dei casi, può non corrispondere alla realtà.   

Si creano identità immaginarie, false. L’ interazione tra il mondo reale e il mondo virtuale è bidirezionale, se da un lato favorisce l’integrazione dall’altro può scaturire un odio profondo ed un atteggiamento di “sfida” tra i soggetti. Questo è ciò che succede, soprattutto nell’ultimo periodo, su Tik Tok, dove a causa di una challenge ci sono state delle vittime giovanissime. Tutto ciò su questa app viene chiamato “hanging challenge” che letteralmente significa “sfida ad appendersi”, un chiaro riferimento all’autolesionismo e al suicidio.  

Dunque, è evidente che la rete sta diventando un pericolo sociale soprattutto per i giovanissimi e, seppur i social permettono di sfuggire dalla realtà e dalla noia, impoveriscono le persone nell’ impegno nel dialogo, condivisione e supporto.  

L’assistente sociale come promotore di un’ecologia della rete 

La rete appare in continua evoluzione e, molto spesso, essa è luogo di odio, false identità e false verità. Appare dunque necessaria un’ecologia dei media promossa dagli assistenti sociali. Ecologia dei media significa preoccuparsi di agire per migliorare le relazioni interpersonali e il rapporto con il mondo attraverso i media, non limitandosi, a seguire stereotipi che la rete ci propone ma promuovere di sviluppare una sensibilità etica nell’uso dei media stessi.  

Obiettivo principale è quello di promuovere un agire comunicativo che sia tale da proteggere la comunicazione a cui si sta partecipando per far si che la riuscita della relazione nella rete è affidata realmente alla messa in comune di contenuti e di saperi validi che contribuiscono all’arricchimento reciproco e non allo scontro e all’odio perché la comunicazione è pensata come legame di apertura e non come narcisistica espressione di tanti individui soli, affidati alle logiche degli stereotipi promossi dalla rete.   

 

Fonti:  

  • Carmelo Lombardo, Sergio Mauceri, 2020, “La società catastrofica. Vita e relazioni sociali ai tempi dell’emergenza Covid-19.”, Franco Angeli. 
  • Fausto colombo, 2020, “Ecologia dei media. Manifesto di una comunicazione gentile.”, Vita e Pensiero. 

 


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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