Care Leavers: accoglienza ed autonomia - Parte I

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Care Leavers: accoglienza ed autonomia - Parte I

Autonomia, crescita personale, sostegno e supporto: il passaggio dall’adolescenza, all’età adulta.

Care Leavers: l’istituto del Prosieguo Amministrativo

Quando si parla di Care Leavers si fa riferimento a neo maggiorenni che hanno trascorso parte del loro vissuto in affidamento o in comunità, lontani dal loro ambiente d’origine. Raggiunta la maggiore età, essi sono catapultati nel mondo degli adulti e, nella maggior parte dei casi, lasciati soli nel perseguimento di un'adeguata autonomia. Raramente, infatti, è applicato il "Prosieguo Amministrativo" previsto dall’art. 25 RDL n°1404/1934, con il quale si dispone la prosecuzione dell’accoglienza fino al compimento del ventunesimo anno d’età.

Con l'applicazione di questo istituto, non solo si garantisce la continuità degli interventi volti alla loro tutela, ma si evita il reinserimento in contesti familiari dai quali sono stati allontanati in precedenza; contesti in cui spesso si protrae la situazione pregiudizievole che ha causato lo stesso. Tuttavia, è bene sottolineare che il prosieguo amministrativo è un istituto nato per garantire un intervento a sostegno di che assume una condotta irregolare. Esso, infatti, non può essere considerato come uno strumento ad hoc che mira alla tutela dei Care Leavers.  

Vi è la necessità, dunque, dell’elaborazione di misure legislative e interventi che possano meglio rispondere alle esigenze di questi ragazzi; di comprendere quali siano le problematiche e gli ostacoli che questi ultimi vivono nelle loro fasi di sviluppo e che influenzano negativamente il loro prosieguo.

«Due sono i lasciti inesauribili da dover trasmettere: delle radici e delle ali»


Identità e ambiente

Per favorire il raggiungimento della piena autonomia di questi giovani, può essere utile focalizzare l'attenzione su quei processi che, durante l’infanzia e l'adolescenza, contribuiscono alla formazione dell’identità, siano essi funzionali o meno. In particolare, bisogna porre in rilievo il ruolo svolto dalla famiglia, l’ambiente per eccellenza dal quale si acquisiscono conoscenze, regole e valori che consentono di divenir parte integrante della società.

E’ proprio grazie alla figura materna, paterna o di chi chiunque se ne prenda cura, che il bambino modella la sua personalità, avviando così il processo di costruzione della propria identità. Quando queste figure di riferimento vengono a mancare, si creano dei vuoti che si ripercuotono sull’intero percorso di crescita. Il bambino, come afferma la psicanalista infantile Selma Fraiberg, sviluppa delle “difese patologiche” che avranno delle ripercussioni sulla strutturazione della sua persona.

E’ bene ricordare che, molto spesso, le persone tendono a percepirsi così come credono che gli altri li vedano, soprattutto se si tratta di personalità per loro significative. Appare più che mai evidente, dunque, quanto sia importante aiutare questi giovani ad avere figure di riferimento e a stringere relazioni che possano essere per loro una risorsa, soprattutto quando allontanati dall’ambiente di appartenenza.

 


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