I Quaderni dell’Affido, volume 3: di chi sono questi ragazzi? Il diritto ad avere legami.

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I Quaderni dell’Affido, volume 3: di chi sono questi ragazzi? Il diritto ad avere legami.

"Bond Building For Teens": urgenze e buone prassi di affiancamento familiare degli adolescenti accolti nei servizi residenziali. L'intervento di Marco Giordano.

Editing a cura di Miriam Elnasr

AFFIANCAMENTO RELAZIONALE

Il 27 Gennaio 2022 è stato svolto un importante convegno con un titolo evocativo, “Bond Building For Teens” - ovvero tessitura di legami per gli adolescenti -, a cui han preso parte molteplici relatori che hanno condiviso riflessioni e pensieri sul tema affrontato.

Il “benvenuto” è stato posto a nome del “Centro Studi - Progetto Famiglia”, espressione della Federazione Progetto Famiglia: un ampio movimento di volontariato e di impegno sociale attivo da anni sui fronti della tutela minorile e del sostengo alle famiglie, sul fronte dell’accoglienza familiare di bambini e ragazzi sia all’interno di una rete di comunità, che di un’ampia reticolazione di gruppi di famiglie affidatarie.

Progetto Famiglia da anni condivide percorsi all’interno di un importante organismo presente in Italia, che è il Tavolo Nazionale Affido, al quale afferiscono anche le altre principali associazioni e reti di famiglie affidatarie italiane.

<<Comunità educante significa pensare noi adulti, insieme, corresponsabili di tutti [...] i bambini e ragazzi che vivono nei nostri territori>>

TESSERE LEGAMI

Il progetto si chiama “Bond Building For Teens”, percorsi di affiancamento relazionale per ragazzi con deprivazioni familiari. È un progetto sperimentale partito nell’agosto2021, per un arco temporale di 12 mesi, quindi proseguito fino all’agosto 2022. Due sono gli obiettivi: uno immediato, concreto e cioè avviare, nell’arco di questi 12 mesi, percorsi di affiancamento familiare per ottanta ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 17 anni. Obiettivo che si connette con un secondo, quello della modellizzazione. Vorremmo mettere a fuoco, attraverso queste esperienze, quelle che sono le condizioni, le premesse, le modalità per far sì che l’affiancamento familiare dei ragazzi, in particolar modo di coloro che vivono al di fuori della loro famiglia, possa essere uno degli strumenti preziosi attraverso i quali accompagnarli alla crescita e al benessere.

Prevediamo che nell’autunno/inizio inverno del 2022 si possano condividere quelli che saranno i risultati. Già adesso raccogliamo tutti gli elementi per poter dire che essi saranno più che positivi, confermativi di un approccio metodologico che man mano si sta definendo.

Il tema dell’affiancamento relazionale - ci spingiamo oltre l’affiancamento familiare, proprio ad indicare la predominanza del legame che deve esserci in questo - è un crocevia importante e complesso, di varie traiettorie, in primis quella della tutela del diritto a crescere in famiglia.

COMUNITÀ EDUCANTE

In questo crocevia, passiamo per la grande sfida: quella della comunità educante. È una sfida che il Dipartimento per le Politiche Familiari della Presidenza del Consiglio dei ministri, e tante altre importanti realtà istituzionali, hanno messo al centro del loro lavoro. “Comunità educante” significa pensare noi adulti, insieme, corresponsabili di tutti…non solo di quelli che ci appartengono in senso parentale, ma di tutti i bambini e ragazzi che vivono nei nostri territori. È una sfida importante che si esplicita maggiormente quando questi ragazzi hanno anche situazioni di deprivazione familiare.

In questo crocevia, passiamo per quelle che sono le angolature e i ruoli centrali svolti dai Servizi Sociali Territoriali, alla Magistratura Minorile che, evidentemente, approccia ciascuno per la propria parte; entrambe esprimono la responsabilità istituzionale della tutela.

In questo crocevia, incontriamo quello che è il cammino del Terzo Settore, in Italia in piena riforma: sappiamo bene tutte le evoluzioni che lo stanno accompagnando, così come sappiamo cosa le reti delle comunità educative, delle comunità familiari e le reti delle associazioni familiari fanno. Ancora meglio, sappiamo cosa può essere messo a fuoco e cosa può esser realizzato per il benessere, il diritto ai legami e l’appartenenza di questi ragazzi.

E poi, al centro di questo crocevia, c’è il loro vissuto, ci sono loro, ci sono i ragazzi con le loro storie, le loro fatiche. Tutto questo mondo ruota formidabilmente intorno al tema di cui noi pensiamo, brevemente e sistematicamente, di voler parlare - poiché è chiaro a tutti che è uno scenario vasto, uno scenario nel quale riscontriamo numerose e preziose luci…ma anche preoccupanti ombre.

TUTELA MINORILE

Ci siamo un po’ abituati, quasi assuefatti, all’idea che la tutela in Italia sia a macchia di leopardo, che la ricchezza educativa sia presente in modo diffuso. Abbiamo grandi eccellenze e altri sistemi di welfare europei che, con stupore ed interesse, ci chiedono con attenzione: “Ma come fate, qual è la caratteristica premiante di quell'eccellenza, piuttosto che di quell’altra?” e poi, invece, registriamo in alcuni territori un arretramento della tutela.

È uno scenario complesso e, in questa che è la relazione introduttiva, provo a stimolare anche quello che poi è il contributo che i vari relatori ci porteranno. Provo a stimolarlo con due slogan: "Tessere reti di parentela sociale", con un’azione intenzionale; "Non uno in più, non uno in meno" - i ragazzi fuori famiglia non uno in più, non uno in meno. Siamo consapevoli che le buone prassi vanno diffuse e messe a sistema e che le criticità vanno fronteggiate. L’auspicio è che anche questa mattinata contribuisca a fare dei passi in avanti.

 

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