“Ma se ghe pensu”: un progetto al servizio dei minori e dell’intera comunità.

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“Ma se ghe pensu”: un progetto al servizio dei minori e dell’intera comunità.

Relazioni significative e reti sociali. Minori, operatori e volontari: l’intervento della Dott.ssa Manuela Merlatti al Convengo “Bond Building for Teens”.

“Ma se ghe pensu”

Al Convegno Nazionale “Bond Building for Teens” tenutosi il 27 Gennaio 2022 hanno preso parte numerosi professionisti; ciascuno è stato protagonista di importanti contributi circa i vari aspetti che caratterizzano l’affiancamento familiare per quei ragazzi che vivono in condizione di deprivazione sociale e familiare. Tra questi, vi è stato l’intervento della Dott.ssa Manuela Merlatti, assistente sociale del Comune di Genova e referente del centro affido familiare dell’ente. L’esperienza di questi anni lavorativi le ha permesso di riflettere a lungo sui complessi bisogni dei ragazzi; riflessione che ha condotto alla proposta del progetto “Ma se ghe pensu”.

<<I ragazzi in comunità hanno la loro rete amicale […] ma mancano di qualcosa di estremamente personale, di familiare… e lo richiedono sempre più>>

Gli obiettivi

Il progetto presentato “ha l’obiettivo di ragionare e costruire forme di affido, di appoggio e di accoglienza a cura di famiglie, amiche o volontarie che si affacciano alle comunità piuttosto che al nostro centro affido”.

Ma se ghe pensu” è stato pensato partendo dalla definizione di affido familiare, un intervento sociale temporaneo a tutela dei minori le cui famiglie non riescono ad aver cura dei loro bisogni. A tal proposito, assume notevole rilevanza il principio di sussidiarietà, inteso come integrazione tra i servizi pubblici, privati e della comunità sociale. L’obiettivo è quello di garantire l’attivazione di opportunità e risorse per il benessere del minore, per il suo sviluppo, per la costruzione di relazioni positive con gli adulti e delle reti di supporto.

 Relazioni significative

Ciò che ha permesso la nascita di questa proposta progettuale è stata la riflessione sulle condizioni emotive dei ragazzi in comunità che, sempre più spesso, chiedono di poter avere una famiglia nonostante abbiano comunque l’affetto e il calore degli operatori. Ciò che viene a mancare è un proprio spazio personale, fisico ed emotivo. Con l’attuazione di questo progetto, dunque, i ragazzi possono affidarsi ad adulti diversi dalle figure istituzionali.

Protagonisti di “Ma Se Ghe Pensu” sono i ragazzi e le famiglie affidatarie, accompagnate e sostenute durante tutto il percorso. L’assistente sociale di riferimento e il centro affidi dovranno curare e sostenere la relazione affinché questa possa dare i suoi frutti.

Se desideri leggere l'intervento integrale della Dott. Merlatti e gli ulteriori contenuti del Quaderno Affido n°3, Clicca qui.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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