Assistente sociale privato: una nuova prospettiva di autonomia

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Assistente sociale privato: una nuova prospettiva di autonomia

Libera professione: forte motivazione, dinamicità, creatività, coraggio e libertà.

Una nuova realtà

L’attività dell’assistente sociale è in divenire perché agisce sull'evoluzione del contesto e della collettività ed è una professione in mutamento così come lo è la società in cui viviamo. La figura dell’assistente sociale come libero professionista può rispondere, a pieno titolo, alle sfide che il mondo contemporaneo presenta.

«la libera professione è sempre una scelta, una scelta di libertà, una scelta di non voler essere un burocrate e avere una maggiore autonomia sullo sviluppo del proprio lavoro sociale» 

La libera professione

In un interessante articolo di Allegri (2015), l’autrice propone un’immagine efficace per descrivere la situazione attuale: gli assistenti sociali si trovano in mezzo ad un guado, suggerendo l’idea che sia necessario scegliere tra attraversare e conquistare nuovi territori o arretrare su posizioni assunte in passato, ma in condizioni peggiori. Potrebbe essere questa fase un'importante opportunità di rilancio del servizio sociale[1]. 

Da molte ricerche e interviste è emerso che ci troviamo in un periodo storico in cui è fondamentale investire sullo sviluppo e la crescita della libera professione nel sociale perché la funzione primaria del lavoro dell’assistente sociale sta riducendo la sua ricchezza al solo lavoro dipendente, sempre più a favore di logiche burocratiche e amministrative. Non di rado gli assistenti sociali dipendenti di enti locali o pubblici sono oberati di lavoro e si ritrovano in un clima di continua emergenza e di mancanza di risorse. 

Da qui il concetto di libertà che ha il libero professionista nel prendere decisioni autonome: «la libera professione è sempre una scelta, una scelta di libertà, una scelta di non voler essere un burocrate e avere una maggiore autonomia sullo sviluppo del proprio lavoro sociale»[2]. 

La libera professione è una strada per favorire un intervento di più ampie visioni. Nasce l’importanza di analizzare approfonditamente il concetto anche nella formazione universitaria ampliando la conoscenza delle prospettive lavorative in quanto si parla pochissimo di libera professione. 

...Una scelta coraggiosa e di cuore

La professione dell’assistente sociale, generalmente, è ancorata alla pubblica amministrazione e alla figura di dipendente pubblico per questo il lavoro come libero professionista è ancora sconosciuto, soprattutto in Italia. Per intraprendere questa scelta professionale e personale occorre dinamicità, creatività, coraggio, maturare una coscienza di sé stessi come professionisti. 

Alla base ci deve essere una forte spinta motivazionale che nasce dall’aspirazione e dalla passione per il lavoro stesso in quanto si avrà a che fare con la competizione del mercato e occorrerà attuare delle strategie di marketing per diventare imprenditori di sé stessi. 

Gli assistenti sociali nella libera professione si trovano a dover affrontare anche delle sfide personali e a doversi spesso mettere in gioco per inventare nuove strade; è importante anche saper condividere con altri colleghi questa esperienza. Non si avrà la certezza di un guadagno economico sicuro come nel caso di uno stipendio mensile, ma le più grandi sfide ripagano sempre con grandi soddisfazioni e scoperte.

 

Bibliografia:

-AA.VV. (2017), L’assistente sociale come libera professione, in Welfare OGGI, n.3.

-http://www.assistentisocialionline.it/libera-professione-autonomia-dellassistente-sociale/

-ALLEGRI E. (2015), Il servizio sociale di comunità, Carocci Faber, Roma.


[1]  Simonetta Filippini ed altri, L’assistente sociale come libera professione, in Welfare OGGI, 2017, n.3, p.6.

[2] http://www.assistentisocialionline.it/libera-professione-autonomia-dellassistente-sociale/

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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