La gestione del tempo nel lavoro sociale

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La gestione del tempo nel lavoro sociale

Profilo temporale individuale e progettazione di vita. Benefici, conseguenze e limiti delle tempistiche in ambito lavorativo.

Quanto è importante lo scorrere del tempo?

Quanto incide lo scorrere del "tempo" nella vita di ogni persona? Essendo una delle risorse fondamentali dell'uomo - seppur non percepito direttamente - ha delle importanti ripercussioni sulla qualità della vita, in quanto condiziona non solo le decisioni che man mano vengono prese ma anche l'intero assetto organizzativo del quotidiano. Ad oggi, dopo esser stato per un lungo periodo trascurato anche nell’ambito delle scienze sociali, questo tema è divenuto il protagonista di numerosi dibattiti1.

<<Le persone comuni mirano soltanto a passare il tempo. Chi ha un po' d’ingegno, a utilizzarlo>>

Il profilo temporale individuale

Secondo la Psicologia del Tempo, ideata da Philip Zimbardo e John Boyd, ciascuno di noi possiede un proprio profilo temporale, ovvero una particolare risposta nei confronti del tempo, dunque ognuno si orienta in modo diverso dall'altro. L’atteggiamento che abbiamo nei confronti del tempo opererebbe quindi in profondità, è inconsapevole, tuttavia è possibile acquisire degli strumenti grazie ai quali lo si impara a gestire2.

Il dibattito diventa più complesso se si pone l’attenzione sulla dimensione temporale della gestione del lavoro, in particolare nel lavoro sociale. Infatti, in quest'ultimo ambito, la capacità di gestione è davvero fondamentale.

La gestione del tempo...

Saper gestire il tempo - come affermato poc'anzi - è importante.  Esperienza e confronto continuo sono necessari affinché si possa imparare a farlo, ma non basta: è altrettanto importante, infatti, rispettare anche le tempistiche altrui. L’Assistente Sociale, nella tessitura delle relazioni che si instaurano durante il suo percorso lavorativo, deve tener conto anche e soprattutto di questo aspetto.

In questo ambito, infatti, è doveroso realizzare interventi "non frettolosi", che rispettino lo sviluppo individuale e la volontà di ciascun beneficiario, in modo da poter realizzare una relazione di fiducia e un intervento autentico, di collaborazione. Tuttavia, questo non sempre accade. Spesso mi è capitato di ascoltare la fatidica frase "Se solo avessi avuto più tempo…" e ciò perché il tempo in questione - inteso come una mobile continuità di stati in cui si realizzano le vicende umane - può talvolta divenire un vincolo per l’intervento dell’Assistente Sociale. Basti pensare al tempo che si ha a disposizione per realizzare alcuni interventi, spesso limitato e che non corrisponde a quello individuale della persona cui son rivolti. Il rischio è quello di agire in modo prematuro e di ricevere risposte negative all’aiuto fornito.

La soluzione a tutto ciò? Una buona gestione del tempo! Essa, alla luce di quanto affermato, consentirebbe all’Assistente Sociale non solo di "smaltire" il carico eccessivo di lavoro cui spesso è sottoposto, ma anche di rispettare le tempistiche sia proprie che altrui, rendendo gli interventi efficaci ed efficienti.

 

 

Bibliografia

[1]

G. Gasparini, Il tempo e il lavoro, Franco Angeli, 1990.

[2]

P. Zimbardo e J. Boyd , Il paradosso del tempo, Giunti Ediore, 2021.

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Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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