Genitori e figli: come recuperare il rapporto tra abusante e abusato? (parte III)

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Genitori e figli: come recuperare il rapporto tra abusante e abusato? (parte III)

Resilienza e risorse affettive. Genitore non abusante: vittima o carnefice. Stile comunicativo equilibrato.

-Quali risorse affettive ha a disposizione la vittima di abuso e di violenza?  

Secondo me questa è una meta a livello terapico per una persona che ha subito violenza. Io credo nella resilienza della persona, a volte ci sono degli eventi talmente traumatici che la persona reagisce ristrutturandosi proprio da quell’evento in modo che possa diventare altro. Una persona che è riuscita a sopravvivere ad un evento di questo tipo ha la capacità di trarre da un’esperienza dolorosa una rinascita, una crescita, una spinta maggiore. Queste persone hanno una forza e una capacità di affrontare la vita diversa da tutti noi!  

Ho visto molte persone che nonostante avessero subito il trauma dell’abuso hanno scelto la reazione all’evento e non sono diventate vittime di sé stesse; questa è una risorsa. Poi la risorsa non è solamente la persona in sé ma anche tutto ciò che le ruota intorno, spesso quando si parla di maltrattamenti intrafamiliari si riscontra una disparità tra “dentro e fuori” e le famiglie vivono una situazione di marginalità cioè non hanno legami affettivi significativi. È importante riattivare una rete sociale o crearla grazie alla figura professionale dell’assistente sociale, quindi risorse personali e di contorno che possano essere di supporto alla persona, la possano aiutare ed ascoltare. 

«Puntare, quindi, sugli scambi comunicativi e cercare di fortificare e di creare delle relazioni aperte, paritarie ed equilibrate» 

-Quanto è importante puntare sulle capacità del genitore non abusante? 

In base alla mia esperienza sicuramente la figura genitoriale non abusante ha un ruolo determinate che però necessita di interventi molteplici. Nel caso degli psicologi, noi ci dividiamo nel senso che colui che si occuperà della madre non sarà lo stesso della vittima.  

Per il genitore non abusante (in molti casi la mamma) potrebbe essere efficace iniziare con un ascolto reciproco tra mamma e bambino se si sente pronto ad affrontare determinate tematiche e ragionare sul perché la mamma non ha agito in questo senso. Spesso le donne, in famiglie maltrattanti, hanno una bassa autostima e sono molto fragili, hanno bisogno di essere fortificate per questo non è facile. Bisogna preparare le persone per arrivare a questi incontri e condivisioni. Così come l’assistente sociale progetta con la persona anche lo psicologo! È importante lavorare con il genitore non abusante in quanto si sente allo stesso tempo vittima e carnefice ma non è facile!  

-Come si possono trasformare i canali relazionali e di comunicazione intra-familiari intaccati negativamente dalle situazioni di abuso e di violenza

Lo stile comunicativo della famiglia violenta è caratterizzato sicuramente dalla mancanza di ascolto, il genitore tende a diventare autoreferenziale e ad assumere posizioni dominanti, a volte è autoritario ecc. non andiamo per cliché capita che non solo il padre sia il soggetto abusante ma anche la madre. Lo stile comunicativo è disfunzionale e caratterizzato da una provocazione reciproca. 

Si interviene evitando il conflitto, si punta alla promozione della capacità di esternare i propri bisogni (perché quando non si riesce a verbalizzare la violenza diventa un agito immediato), si riconoscono i propri stati emotivi, si aiuta a capire l’importanza di soffermarsi sul perché la persona si comporta in quella maniera o si esprime in un determinato modo. Puntare, quindi, sugli scambi comunicativi e cercare di fortificare e di creare delle relazioni aperte, paritarie ed equilibrate.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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