Far vivere e crescere l'affido oggi

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Far vivere e crescere l'affido oggi

L'evento organizzato il 10 dicembre 2020 dalla Fondazione l’Albero della vita di Milano e patrocinato dal CNOAS

Far vivere e crescere l’affido oggi… l’evento e le testimonianze 

«È impegno di tutti promuovere l’affido, inteso non come “abbandono” della famiglia d’origine, ma come promozione di nuove reti familiari»: questo è uno dei motivi principali dell’importanza dell’affido, sottolineati nel corso del convegno dalla prof.ssa Vanna Iori, pedagogista e senatrice. Tutti temi trattati con estrema delicatezza e professionalità nell’evento organizzato da L’Albero della Vita onlus lo scorso 10 dicembre. Si tratta di un convegno sul tema svolto in web dal titolo “Far vivere e crescere l’affido. Riflessioni e proposte per dare nuovo slancio all’affido familiare”.  

All’evento patrocinato e accreditato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali, hanno aderito circa 650 assistenti sociali ed esperti nel settore, nel corso del quale è stata presentata l’opera editoriale “Due famiglie per Crescere. Riflessioni e proposte per favorire l’affido familiare”, promossa e realizzata da L’Albero della Vita, edita da Carocci. Nel corso della conferenza sono state affrontate diverse tematiche insieme a professionisti dal mondo istituzionale, accademico e del terzo settore offrendo prospettive di confronto e di riflessione, insieme a spunti utili e decisori riguardo alle pratiche di affido familiare.  

Va considerata «la necessità di sostenere la genitorialità, specie nell’età moderna in cui spesso i genitori necessitano di un aiuto concreto da parte delle istituzioni. Le cause possono essere molteplici, e in tempi di emergenza Covid-19, quest’ultima non si limita all’emergenza sanitaria ma specie sociale, spesso conduce alla riduzione/fragilità dei rapporti umani», ha affermato la dr.ssa Iori nel corso delle riflessioni condivise in webinar.

«L’affido familiare rappresenta il valore della solidarietà in una delle sue forme più belle» 

Una “rete di supporto” tra famiglie 

Decisivo anche l’intervento della Sottosegretaria di Stato alla Salute on. Sandra Zampa: «Occupandomi di salute dell’infanzia e dell’adolescenza, desidero valorizzare il contributo che può dare l’istituto dell’affido declinato nelle sue varie espressioni. Penso alla rete di supporto tra famiglie che può attivarsi quando ci sono dei minori seriamente malati di cui non può farsi carico – per ragioni funzionali, logistiche, linguistiche – il nucleo di origine. O, ancora, al valore che ha in sé il recupero del benessere psico-fisico per le persone di minore età che sono entrate nella vita da una porta stretta. Continuiamo a lavorare perché l’affido familiare non sia più considerato una pratica estrema e separativa ma un lievito, un elemento di crescita del bene e che può fare della nostra comunità sociale un posto più sicuro per tutti».  

Quello che è emerso durante la conferenza, è che l’affido è uno strumento chiave per la tutela di un bambino la cui famiglia vive una situazione di difficoltà. Importante anche l’intervento del Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali Stanislao Di Piazza: «È necessario tenere alto il coinvolgimento della società civile, dei territori e delle comunità affinché lo strumento dell’affido familiare si dispieghi in tutte le sue opportunità. Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, pertanto, rinnova il proprio impegno a supportare la rete di soggetti, istituzioni e realtà locali chiamati alla cura e alla crescita di un’infanzia e un’adolescenza alle quali va assicurato il massimo impegno e la più grande dedizione». 

È necessario operare affinché si assicurino risorse finanziarie adeguate per promuovere l’istituto dell’affido familiare, ove ne ricorrano i presupposti. Va condotta, quindi, una prevenzione intesa come interventi e misure capaci di risolvere le varie cause dell’allontanamento; sintesi fra il concetto di tutela e quello di aiuto, nell’ottica di una crescita protetta e sana. Dobbiamo e possiamo aiutare, in virtù di un unico obiettivo comune: l’autodeterminazione delle persone, valorizzando i rapporti, la famiglia d’origine e quella accogliente, valorizzando l’affido come una vera e propria risorsa sociale. 

Affido familiare: cos’è davvero 

Spesso si sente parlare di affido familiare, ma molto probabilmente non si presta la giusta attenzione all’importanza di tale strumento di solidarietà sociale. La famiglia ha da sempre rappresentato uno dei valori fondamentali della nostra società, eppure sempre più spesso tale valore sembra cambiare continuamente di significato laddove prevalgono comportamenti individualistici che influiscono sullo sviluppo di atteggiamenti solidali, sempre più rari. 

Tante famiglie si trovano in condizioni di disagio che mettono in discussione il fondamento della serenità familiare. Causa di ciò, troppo spesso, è il venir meno del sostegno della rete parentale, che da sempre è considerata come primo e fondamentale supporto di riferimento. In questa solitudine, quando la famiglia nucleare va in difficoltà, l’affido familiare permette al bambino di incontrare una nuova famiglia che, accogliendolo nella propria casa e nella propria vita, si affianca alla sua famiglia e s’impegna ad assicurargli un’adeguata risposta ai suoi bisogni affettivi, educativi, di mantenimento e di istruzione, a donargli la possibilità di acquisire autonomia e consapevolezza di sé e l’opportunità di riuscire a progettare il suo futuro 

Parliamo di un’esperienza di amore gratuito, per cui la famiglia affidataria svolge il proprio compito con grande impegno, avendo cura di rispettare in ogni momento la storia individuale e familiare del bambino, permettendogli di mantenere i contatti con i suoi genitori e parenti, tenendo sempre presente la finalità di questo intervento: il rientro in famiglia. 

«Non si “nasce” famiglia affidataria, ma lo si diventa; elementi indispensabili per esserlo sono la disponibilità affettiva e la volontà ad accompagnare per un tratto di strada un bambino o un ragazzo (o più bambini e più ragazzi), avendo cura di aiutarlo a sviluppare e a valorizzare le proprie potenzialità e risorse». 


Articoli di

Gabriella Chiarelli

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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