Un modello innovativo per fronteggiare la povertà educativa

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Un modello innovativo per fronteggiare la povertà educativa

Città urbane periferiche, vulnerabilità sociale e modelli relazionali disfunzionali. Gli interventi, e i relativi risultati, nel territorio comunale di Aversa. La promozione dell'inclusione scolastica.

Perché "R.E.A.C.T"?

Il progetto R.E.A.C.T. è il frutto di una collaborazione tra l'Onlus WeWorld ed altri enti del terzo settore, consistente nella validazione di un modello innovativo per reagire alla povertà educativa (da questo l’acronimo inglese “REACT”) e stimarne l’impatto, rendendolo un’esperienza esemplare per altri contesti.

L’obiettivo è rintracciabile nella promozione dell’inclusione scolastica e del benessere di adolescenti che vivono in contesti a rischio di povertà educativa cronica, contrassegnati dalla scarsità di opportunità formative e socializzanti e dalla mancanza di modelli positivi di riferimento.

<<L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo>>

Uno sguardo ai dati

Su tutto il territorio nazionale, da settembre 2018 ad agosto 2021, il progetto ha coinvolto 4.176 ragazzi e ragazze. Di questi, il 20% appartiene a famiglie con ISEE inferiore ai 12.000 euro.

Nello specifico del centro territoriale attivato nel Comune di Aversa, il progetto ha raggiunto nel triennio 322 adolescenti, di cui 60 appartenenti a famiglie con ISEE del medesimo valore sopraindicato. In questo territorio, il 95% degli adolescenti coinvolti ha terminato con successo l’anno scolastico, mentre il restante 5% ha intrapreso un’attività lavorativa.

Localizzazione del progetto ed analisi del contesto

"R.E.A.C.T." è stato attuato in 10 aree urbane periferiche ad alta vulnerabilità sociale - scelte dai partners progettuali in 6 regioni italiane tra Nord, Centro e Sud/Isole. I centri territoriali individuati, infatti, tra Milano (Barona e Bicocca), Torino (S. Salvario e P. Palazzo), Roma (S. Basilio), Caserta (Aversa), Cagliari (Pirri, S. Elia, Quartu) e Palermo (Borgo Vecchio), sono accomunati da analoghe problematiche quali degrado urbano, povertà materiale, microcriminalità e migrazione.

Le aree di intervento sono caratterizzate da una prevalenza di famiglie di estrazione sociale medio-bassa e che vivono in condizioni di povertà economica, sociale e culturale; da una carenza strutturale di servizi pubblici e spazi di aggregazione ed offerte educativo-culturali insufficienti.

Aversa, comune con più di 50.000 abitanti, si pone geograficamente come città intermedia tra l’area metropolitana napoletana ed il litorale domitio, in una zona in cui vengono a convogliarsi culture, a volte contrastanti, di due grandi province come quelle di Napoli e Caserta, generando talvolta un indebolimento in termini di appartenenza e fragilità identitaria. Il terzo settore è assai frammentato in città: esistono numerose realtà che dialogano poco tra loro.

L’analisi del contesto svolta a monte sottolinea la mancata valorizzazione del ruolo dell’istituzione scolastica: i nuclei familiari hanno spesso una bassa scolarizzazione e non intravedono nella scuola prospettive di cambiamento ed opportunità di elevazione sociale. Il risultato di questa scarsa fiducia riposta nella carriera scolastica si riflette nell’assenza di stimoli culturali nei contesti domestici e nella conseguente applicazione di modelli di relazione con le istituzioni di antagonismo e/o conflittualità. A rinforzo di questi modelli relazionali disfunzionali, vi è la scarsa presenza delle agenzie territoriali (servizi socio-sanitari, realtà associative e scuole), o perché queste agiscono in solitaria o perché non condividono le medesime prospettive.

 

Bibliografia/Sitografia:

WeWorld (2019), REACT – Reti per Educare gli Adolescenti attraverso la Comunità e il Territorio, WeWorld Reports, Nr. 8.

www.conibambini.org

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