DCA e covid - Parte I

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DCA e covid - Parte I

DCA e l’impatto negativo della pandemia. Dismorfismo: schema ed immagine corporea. Perfezione e realtà distorta.

Azioni e conseguenze dei DCA

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono disturbi complessi che attengono ad una percezione del proprio corpo distorta fino a comportare azioni lesive per se stessi. Questi particolari disturbi si manifestano attraverso sintomi che talvolta vengono reputati non importanti ma che danno il via ad una vera e propria malattia come ad esempio è il caso dell’anoressia. È bene ricordare che all’interno di questi disturbi non rientrano solo quelli che si manifestano attraverso una mancanza di appetito, un dimagrimento eccessivo o, nel caso della bulimia, vomito auto indotto dopo aver mangiato ma anche ingestione rapida e compulsiva di eccessive quantità di cibo nonché eccessivo accumulo di grasso corporeo che comporta poi l’obesità.

«Una percezione della propria immagine corporea negativa è un fattore di rischio per l’insorgenza dei DCA fin dalla giovane età»

L’aggravante

Per questi disturbi il 2020 è stato un anno importante poiché a causa della pandemia COVID-19 si è assistito ad un esponenziale aumento in virtù del fatto che la maggior parte della popolazione di tutto il mondo è stata rinchiusa nelle proprie abitazioni per lunghi periodi perdendo completamente le proprie abitudini, scontrandosi quotidianamente con le proprie insicurezze e i propri disagi che si sono trasformati successivamente in vere e proprie malattie.

È giusto sottolineare che da marzo 2020 non solo abbiamo assistito ad un aumento di nuovi casi di DCA rispetto al solito, ma anche di persone che a causa dell’isolamento sociale, un vero e proprio distanziamento dal mondo esterno, hanno avuto una ricaduta molto più forte di quella dalla quale erano guariti.

La pandemia ha rallentato anche i tempi di guarigione poiché è stato messo un freno alla socialità, alla possibilità del confronto face-to-face che ha resa ancor più difficile la ripresa da questi disturbi.

Dismorfismo corporeo

Per parlare di dismorfismo corporeo dobbiamo dire che a livello cerebrale si distinguono lo schema corporeo dall’immagine corporea.

Lo schema corporeo è la rappresentazione che abbiamo di noi, nello specifico la capacità cognitiva di percepire e riconoscere la topografia del corpo nello spazio e lo stato di contrazione della muscolatura volontaria. Lo schema corporeo è una realtà dinamica, in continua evoluzione ma anche universale poiché coinvolge meccanismi identici per tutti noi.

L’immagine corporea è un concetto più astratto che coinvolge la sfera emotiva e psicologica di ognuno di noi. Non si tratta di una realtà statica poiché si plasma e forgia in base al vissuto, alle esperienze personali, all’influenza del contesto socioculturale in cui viviamo. L’immagine corporea ha diverse fasi di sviluppo, ma è soprattutto l’adolescenza ad essere il momento più delicato ed è per questo che proprio in questa fase si sviluppano i primi disturbi alimentari connotati principalmente da  un’immagine corporea distorta.

Essere a disagio con se stessi

In conclusione possiamo dire che il dismorfismo corporeo è proprio questo, la percezione soggettiva che non combacia con quella oggettiva, un’immagine corporea distorta rispetto a quella che viene obiettivamente riscontrata nella realtà.

Una percezione della propria immagine corporea negativa è un fattore di rischio per l’insorgenza dei DCA fin dalla giovane età. Se pensiamo ad una ragazza che soffre di anoressia nervosa riscontriamo in lei il disagio di sentirsi costantemente in sovrappeso anche se oggettivamente non lo è.

La fissazione per il proprio corpo è una delle caratteristiche dei DCA che si sostanzia in controllo ossessivo di ciò che viene ingerito anche attraverso il calcolo delle kcal o eccessiva attività sportiva per bruciare più kcal rispetto a quelle ingerite e aspirare così all’ambita “perfezione”. Una persona che soffre di DCA passa la sua vita o a cercare di tenere costantemente il controllo del proprio corpo o fallendo in ciò e avendo un rapporto malsano con il cibo che si traduce in un incontrollabile assunzione di quantità di cibo.

Dobbiamo sottolineare che, oltre all’aspetto salutare per chi soffre di DCA, vi è anche quello dell’aspettativa di vita notevolmente ridotta.


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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