La giustizia minorile e gli enti del terzo settore - Parte I

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La giustizia minorile e gli enti del terzo settore - Parte I

Collaborazione necessaria per riagganciare il legame rotto con la comunità. Responsabilità condivisa. Misure alternative al carcere.

Una sinergia fondamentale

Il rapporto di collaborazione tra i servizi sociali territoriali e gli ormai bene definiti e strutturati enti di Terzo settore[1] (da qui in avanti ETS) è ormai da tempo uno degli aspetti fondamentali del sistema di Welfare italiano. Questa sinergia viene incentivata da leggi importantissime come la 328/2000 all’art. 19 e i principi costituzionali della sussidiarietà orizzontale. Ecco, quindi, che anche per quanto riguarda la giustizia minorile, la collaborazione tra i servizi istituzionali e gli ETS risulta essere una necessità per riagganciare quel legame che il reato ha rotto tra la comunità e il minore. La giustizia riparativa, in un’ottica partecipativa del terzo settore, sembra essere uno degli strumenti più utilizzati per provare a ricucire questo strappo.

«Occorre pensare e promuovere una giustizia che ristabilisca delle relazioni, perché dietro ogni reato c’è un legame tra persone, gruppi o comunità che si rompe.[1]»

Progettazione partecipata e responsabilitá condivisa

Il reato di un minore è molto spesso sintomo di un sistema che si è rotto o che ha funzionato male, la responsabilità singola del ragazzo/a e della sua famiglia rappresenta solo una piccola parte di questa responsabilità più grande.

Dietro le vite dei minori e i loro gesti si nascondono interi sistemi sociali, istituzionali e relazionali che in un qualche modo, pur facendo del loro meglio, hanno fallito. Il compito della comunità tutta dovrebbe allora essere quello di condividere la responsabilità dell’atto criminoso.

Per queste ragioni la collaborazione dei servizi istituzionali con gli ETS e del volontariato è fondamentale nell’elaborazione di progetti che vanno sia ad ampliare la possibilità di servizi offerti in loro favore, ma che soprattutto riescono a valorizzare le competenze della società civile nel farsi carico delle problematiche dell’area penale minorile.

Il fondamento legislativo di questa sinergia si ritrova all’art 19 della legge 328/2000 in cui viene illustrato lo strumento di programmazione del piano di zona, attraverso il quale tutti i soggetti del territorio, sia quelli istituzionali, sia quelli legati al mondo del terzo settore, sono chiamati a creare insieme progetti integrati e condivisi in modo da ampliare e potenziare l’offerta dei servizi.

Gli enti del terzo settore e i numerosi servizi offerti

A questo punto andiamo a vedere nel concreto quale ruolo e quali servizi il terzo settore e il volontariato offrono nell’importante collaborazione che si instaura nell’ambito del sistema di giustizia minorile.

Innanzi tutto, vengono affidate al terzo settore le comunità educative e terapeutiche che accolgono ragazzi e ragazze sottoposti a una misura penale. Queste comunità si affiancano alle comunità ministeriali che sono gestite direttamente dal Ministero della Giustizia.

Un altro importantissimo compito degli ETS è quello di offrire gli spazi per i progetti di messa alla prova o di misure alternative al carcere[2]. All’interno di queste realtà i ragazzi possono compiere attività di utilità sociale e volontariato, mettendosi al servizio della propria comunità, di soggetti svantaggiati o con disabilità per cercare di compiere una riparazione simbolica.

Queste attività hanno l’importante funzione di restituire, in senso figurato ma non troppo, il minore che il reato ha sottratto alla comunità, in quanto attraverso il comportamento deviante è venuto meno ai valori di cui quel contesto sociale si è dato.

È quindi facilmente comprensibile il perché queste organizzazioni siano così importanti nel recupero dei minori che hanno commesso un reato. Infatti, le esperienze offerte dagli ETS hanno il grande pregio di essere profondamente radicate nel contesto di vita dei ragazzi, perché lo abitano e lo vivono quotidianamente. Questa, fra tutte, sembra essere una strategia vincente per poter riagganciare questi ragazzi al loro contesto comunitario.

 


Note:

[1] https://www.caritasbergamo.it/persona/giustizia/centro-giustizia-riparativa/

[2] Definizione enti Terzo settore: il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d'interesse generale, mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi, in coerenza con le finalità stabilite nei rispettivi statuti o atti costitutivi. 

[3] D.P.R. 448/88, art. 28 Sospensione del processo e messa alla prova

Ciaschini Ugo, Servizio sociale minorile e giustizia penale: cornice istituzionale e dimensione territoriale, Carocci, Roma, 2012, cap. 5

 


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