“In famiglia ha vissuto abusi, ma l’amore cura tante ferite”: storia di un bimbo preso in affido

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“In famiglia ha vissuto abusi, ma l’amore cura tante ferite”: storia di un bimbo preso in affido

L’ombra di un passato che condiziona il presente. Un dolore che unisce e fortifica. Dalla diffidenza all’amore. La storia di Mario.

In collaborazione con Arena Maria Cristina, Daniela Di palma, Esposito Claudia, Francesca D'Agostino, Giorgia Patanella e Sara Daniele.

Famiglie per l’accoglienza

Si dice che il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è quello di donargli fiducia ed è proprio così facendo che Mario ha potuto constatare la purezza dell’amore che è stato lui donato dalla Dott.ssa Giuseppina Bacigalupo e il marito, i suoi genitori affidatari.

«Il percorso di affido è nato grazie alla collaborazione con l’associazione “Famiglie per l’accoglienza” – inizia in questo modo il racconto di Giuseppina -. Avevamo una gran voglia di conoscere Mario, nutrivamo una gran curiosità. Abbiamo trascorso ore intere ad immaginare come lui potesse essere. Devo però ammettere che le nostre fantasie non hanno rispecchiato la realtà. Ricordo che quando il nostro desiderio di accoglienza è stato concretizzato, sono sorte in noi un bel po' di paure. Nutrivamo il timore di non essere in grado di lenire le ferite del suo passato o che gli potesse succedere qualcosa. Per Mario, infatti, è stato difficile abituarsi alla nostra famiglia, i fantasmi del suo passato hanno reso il percorso di affido un po' più complesso».

<<Siamo felici di avergli donato amore, di avergli insegnato a potersi fidare. Il suo affetto ha sempre ripagato ogni nostra azione>>

L’ombra del passato…

Mario, all'età di sei anni, è stato allontanato dai genitori a causa di abusi intra-familiari di varia natura. Da quel momento in poi ha vissuto in varie comunità, tutte lontane dal suo territorio poiché il padre ha più volte provato a mettersi in contatto con il bambino.

«All’inizio faticava ad addormentarsi, non amava star fuori o conoscere nuove persone. Preferiva stare a casa, uscire era per lui un obbligo più che un piacere. Aveva il terrore di essere trovato dal padre. Ricordo che, inizialmente, camminava sempre incappucciato pur di non farsi riconoscere dai passanti». Con un sospiro profondo e gli occhi rivolti verso il basso, Giuseppina aggiunge: «Ricordo, in particolare, un episodio importante che ha segnato questo nostro percorso in modo significativo. A seguito di una discussione avuta col vicino, Mario decise di scappare via. Abbiamo temuto il peggio, la preoccupazione era tanta. Successivamente è stato poi ritrovato e, dopo vari tentennamenti, lo abbiamo accolto nuovamente. Specifico che le nostre incertezze riguardavano l'atmosfera che avevamo in quel periodo a casa, non la sua persona. Mio marito, infatti, aveva da poco scoperto di avere una malattia. Abbiamo scelto, tuttavia, di condividere con lui questa brutta notizia. È un membro della famiglia, era giusto che sapesse. Ci siamo sempre fidati di Mario».

A questo punto le mani di Giuseppina s’intrecciano, i suoi occhi sono lucidi. Continua affermando: «Siamo andati avanti con non poche difficoltà. La sofferenza che stavamo provando ci ha uniti ancor di più. Non è stato facile, ho i brividi a sol pensare da dove siam partiti. Ad oggi, invece, posso dire di essere soddisfatta del nostro presente...abbiamo costruito un rapporto solido, un mattone alla volta. Anche con i suoi familiari. Ci vediamo una volta a settimana e trascorriamo insieme momenti piacevoli».

A questo punto un sorriso torna a far da padrone sul suo volto e afferma: «Non nascondo che gli errori da parte nostra sono stati tanti, credo siano stati dettati per lo più dalla mancanza di esperienza. Oggi, però, abbiamo molte più consapevolezze. Il tempo trascorso con Mario ci ha formato come persone. Siamo felici di avergli donato un futuro, di aver dato lui una solida educazione. Soprattutto, siamo felici di avergli donato amore, di avergli insegnato a potersi fidare. Il suo affetto ha sempre ripagato ogni nostra azione».

Un percorso che “accomuna”

«Per chi si ritrova ad affrontare difficoltà simili, consiglio di intraprendere anche un percorso terapeutico. Bisogna chiedere supporto quando se ne avverte il bisogno. Un ulteriore sostegno può derivare dal rapporto che viene a crearsi con altre famiglie che hanno, o hanno avuto, familiarità con le medesime problematicità. Nessuno può capirti più di quanto possa fare chi sta vivendo e affrontando il tuo stesso percorso, in quanto si è accomunati dalle stesse paure, dagli stessi dubbi. Il confronto diviene uno mezzo per costruire il futuro e andare avanti. Aggiungo che, per noi, anche il ruolo delle associazioni è stato di primaria importanza, così come quello dei Servizi Sociali, che ci hanno sostenuto in tutto il percorso, soprattutto nel mantenere attivo il rapporto che Mario ha con i familiari». 

«Nonostante le difficoltà, le paure, i momenti di sconforto, rifarei tutto da capo - continua con grande fierezza -. I momenti di gioia e d'amore hanno ricompensato tutto. Se avessi ancora mio marito al mio fianco, non ci penserei due volte ad intraprendere un nuovo percorso di affido».

Se questa testimonianza ha smosso il tuo interesse verso l’Affido familiare e vuoi saperne di più o se desideri dare la tua disponibilità per donare una chance ad un bambino, chiamaci al numero verde 800.66.15.92 oppure clicca qui.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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