L’ assistenza nella modernità (parte I)

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L’ assistenza nella modernità (parte I)

Covid-19: servizi sociali in difficoltà. Passato e futuro: misure assistenziali per le categorie sociali più deboli

Assistenza per l’assistenza

L’anno appena trascorso (2020) verrà ricordato nella storia come l’anno della pandemia; il Covid-19 è e sarà il protagonista di questa drammatica storia che, a quanto pare, ancora non lascia intravedere una sua conclusione. Migliaia sono stati gli interventi da parte delle istituzioni di tutto il mondo per far fronte a tale crisi senza precedenti, ma così come il welfare, nemmeno i servizi sociali sono stati risparmiati dal virus, messi a dura prova su ogni fronte. Questo scenario ha ben presto modificato non solo le abitudini e le vite delle persone, ma anche le politiche sociali e le diverse assistenze sul territorio, che affrontavano già le loro storiche difficoltà. Ma se è vero che la natura dell’assistenza riguarda proprio l’aiuto verso la popolazione, in un momento storico così delicato la domanda sorge spontanea: cosa accade se è proprio l’assistenza, colei che dovrebbe fornire un solido appoggio da cui partire, ad essere messa in difficoltà?

 « Cosa accade quando è l’assistenza ad aver bisogno di aiuto?

 Società e mutamenti: un rapido ripasso

In questo momento storico la letteratura sociale ha dovuto modernizzarsi in tempi record per gettare delle nuove fondamenta all’assistenza sociale; il periodo improvviso di lockdown e la conseguente pandemia hanno costretto un cambiamento necessario che è ancora in corso. Dando un rapido sguardo al passato, si può affermare come il cambiamento non sia un fenomeno così raro, tutto sommato.

Il prodotto di ciò che caratterizza la società odierna, infatti, affonda le sue origini in diversi cambiamenti socio-economici nel periodo di “crisi del welfare” degli anni settanta/ottanta (mutamenti dei cicli di vita della popolazione, nuovi trend demografici, la globalizzazione, cambiamenti nel mercato del lavoro, etc…[1]), che hanno imposto una riorganizzazione del welfare che, ahimè, non avverrà fino agli anni novanta.

Benché le aspettative per gli anni successivi si pensassero positive, le politiche insufficienti non sono state in grado di soddisfare i bisogni di una popolazione in continuo mutamento vedendo sempre più indispensabili delle ricalibrature del welfare stesso. Nell’ultimo decennio del Novecento ci si affaccia ad un nuovo tipo di welfare, una sua “ricostruzione” ritenuta necessaria; in questo nuovo scenario la Legge 328 del 2000 diventa protagonista, segnano un passaggio chiave nella visione e pratica dell’assistenza sociale, i cui effetti sono percepiti tutt’oggi.

L’orientamento delle politiche sociali e delle misure assistenziali vengono centrate sulle categorie sociali più deboli (Community Care) enfatizzando l’azione di rete attivando le potenzialità e risorse dei singoli individui, un aspetto di notevole importanza nel nuovo welfare. Questo nuovo approccio è la diretta conseguenza dei disordini della “crisi del welfare” che ha prodotto innumerevoli mutamenti nelle pratiche e politiche assistenziali.

NOTE:

[1] Cesareo V., “Welfare responsabile”, Vita e Pensiero, 2017.


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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