Storia di una giovane Assistente Sociale

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Storia di una giovane Assistente Sociale

Percorso di studi e prime esperienze di lavoro. Gavetta, voglia di imparare. Visione integrata della professionalità e missione quotidiana.

Una scelta coraggiosa

La scelta di diventare Assistente Sociale richiede coraggio, lo stesso coraggio che ho avuto già dai tempi del liceo, quando decisi di restare in Italia, nonostante tutti mi dicessero: “Ma ne sei convinta? Qui non c'è lavoro! Sei sprecata. Vedrai che all'estero troverai un'occupazione che ti gratificherà!”

Scelsi di restare, non solo per me stessa che amo Napoli più di qualsiasi altro posto. Scelsi di restare anche e soprattutto per chi ha bisogno di aiuto e per chi non ha la forza di chiederlo, per chi non conosce la professione ed è convinto che l'Assistente Sociale sia una “ladra di bambini”.

«Fare l'Assistente Sociale è una missione quotidiana, fatta di duro lavoro, ma anche di tante soddisfazioni»

L'anno della svolta

In quegli anni mi resi conto che, oltre alla mia immensa propensione ad aiutare l'altro, era necessario intraprendere un percorso di studi adeguato. Nel 2010 ho iniziato il mio percorso universitario al corso di laurea in Servizio Sociale, terminato con la discussione della tesi “L'adozione nell'ordinamento giuridico italiano. Comparazione e confronto con la kafala islamica”. 

Ho continuato il percorso di studi con una laurea magistrale in Servizio Sociale e Politiche Sociali, conseguita con il massimo dei voti nel 2017, discutendo la tesi su “Il Fundraising nelle Organizzazioni No Profit”. Tra la laurea triennale e quella magistrale, ho conseguito l'esame di abilitazione per l'esercizio della professione ed un master in euro-progettazione. Al termine della laurea magistrale ho frequentato per quattro mesi una scuola d'inglese in Irlanda del Nord ed ho svolto, presso i Servizi Sociali del posto, un tirocinio formativo. 

Sono stati anni di intenso studio, con intere nottate trascorse sui libri, sveglia alle 5.30 del mattino per raggiungere l'Università, caffè, “sbobinature”, lezioni e tanta voglia di imparare. Non nascondo che anche l'ansia e la paura di non farcela hanno caratterizzato quegli anni, ma la voglia di arrivare al traguardo era più forte di qualsiasi altra cosa. 

Le prime esperienze lavorative

Terminata la mia esperienza all'estero, sono tornata a Napoli, dove per cinque mesi mi sono messa alla ricerca di un lavoro. Sono stati mesi “interminabili”, caratterizzati da mail, telefonate, numerosi contatti con le cooperative sociali, curriculum inviati ovunque, pur di entrare nel mondo del lavoro.

Ed è così che è arrivata la prima assunzione al Comune di Nola (per il Segretariato Sociale), seguita dalla seconda al Comune di Castel Volturno (per il Servizio Sociale Professionale). In cuor mio sapevo di avercela fatta, sapevo che i miei sacrifici erano valsi a qualcosa.

La vera e propria gavetta l'ho fatta a Castel Volturno, con minori abbandonati da collocare, permessi di soggiorno per immigrati, nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza, anziani, disabili, donne vittime di violenza. Nel frattempo sono stata eletta Consigliere del CROAS Campania e nominata cultore della materia presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università “Federico II” di Napoli.

Un sogno che si realizza

Ad oggi, dopo aver partecipato ad una selezione pubblica nel 2018, sono una dipendente del Comune di Napoli, con contratto a tempo pieno e determinato. Sono stata assunta con i fondi del Pon Inclusione e faccio parte di un’equipe multidisciplinare, costituita non solo da Assistenti Sociali, ma anche da Psicologi, Educatori ed Amministrativi, figure fondamentali per gli Ambiti territoriali, non solo per le attività legate al contrasto alla povertà, ma anche per il rafforzamento dei servizi sociali territoriali. Da poco meno di un mese è stata approvata la proroga dei nostri contratti al 30 dicembre 2021.

Questo risultato deriva dal duro lavoro portato avanti dal Comune di Napoli, dai Sindacati, dal Cnoas e dal Comitato Dipendenti REI-RDC, i quali si sono continuamente interfacciati con il governo centrale. È chiaro che qualcosa sta cambiando: ci muoviamo verso una visione integrata della professionalità. Nel dettaglio mi occupo dei nuclei familiari beneficiari del Reddito di Cittadinanza e della loro totale presa in carico, in base a quella che risulta essere una valutazione multidisciplinare del bisogno.

Con il Croas Campania, già da un anno, insieme alla Presidente e ai Consiglieri, tra le varie attività stiamo portando avanti una campagna di AdvocacyDa Nessuno, ad uno a cinquemila”, volta a garantire la presenza di almeno un'Assistente Sociale ogni cinquemila abitanti. Ci stiamo interfacciando con le diverse forze politiche, affinché tutti si rendano conto del valore della nostra professione, quale livello essenziale di assistenza, specialmente in un'epoca in cui numerose sono le problematiche che la caratterizzano.

Con l'Università, insieme ai colleghi, sto portando avanti un lavoro per la rielaborazione dei tirocini, affinché gli studenti, una volta terminati gli studi, abbiano tutte quelle conoscenze e competenze fondamentali per lo svolgimento della nostra professione.

Una missione di vita

Ho voluto raccontare una parte della mia vita per parlare a chi ha intenzione di intraprendere il mio stesso cammino. Fare l'Assistente Sociale è una missione quotidiana, fatta di duro lavoro, ma anche di tante soddisfazioni. Invito i giovani colleghi a non mollare, a crederci fino in fondo. 


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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