Dalla ricerca internazionale sull’affido: i bisogni speciali dei bambini in affidamento

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Dalla ricerca internazionale sull’affido: i bisogni speciali dei bambini in affidamento

La complessità della disabilità nel processo di affido: la necessità di potenziare ulteriormente il supporto sia formale che informale.

Diversità e disabilità

Il termine diversità è solitamente associato al concetto di genere, etnia o cultura del singolo o dell’intera comunità. Tuttavia, esiste un’altra sua forma che spesso risulta essere poco visibile e ignorata: la disabilità. I bambini con disabilità sperimentano spesso condizioni di vulnerabilità, necessitano di cure specifiche e, per questa ragione, l'affidamento genitoriale di bambini con bisogni “speciali”, nel contesto della disabilità o della malattia cronica, richiede un alto livello di impegno.

 Le difficoltà che le famiglie affidatarie si trovano ad affrontare sono molteplici: dall'assunzione dei costi finanziari della cura dei bambini, alla gestione delle pratiche sanitarie; dalla difficoltà nel trovare tempo per se stessi, alla difficoltà di destreggiarsi tra ruoli diversi. Molti di questi bambini si ritrovano dunque a crescere all’interno di strutture di cura assistenziali ed è per questa ragione che nasce l’esigenza di offrire alle famiglie un giusto supporto formale da parte di servizi professionali specializzati e un giusto supporto informale da parte della comunità.

<<Per promuovere il diritto dei bambini è necessario promuovere la loro partecipazione e dare loro voce>>

Disabilità e affido: la ricerca

Uno studio pubblicato nel 2021 si è interessato ad evidenziare le caratteristiche, i processi e i risultati del collocamento dei bambini con bisogni speciali in affidamento. La ricerca ha individuato 190 bambini con bisogni speciali tra i 2157 bambini in affidamento sia in Catalogna che nelle isole Baleari ed ha esaminato i dati chiave relativi al periodo 2008-2018. Le informazioni raccolte hanno tenuto conto delle seguenti caratteristiche:

·         la situazione che ha portato al bisogno di tutela;

·         le condizioni del bambino all’interno del sistema di protezione;

·         le principali caratteristiche dell'affidamento;

·         il progetto futuro previsto da questo.

 

Lo studio si è soffermato anche sulla quantità di attenzione che gli operatori sanitari devono dedicare a questi bambini.

Il confronto dei dati

Lo studio ha confrontato i dati ottenuti dai questionari somministrati all'intero campione inerenti la modalità di inserimento nel sistema assistenziale, l’età, il sesso, il numero dei collocamenti, la loro tipologia, le tempistiche, il tipo di maltrattamento subito, il rapporto con la famiglia biologica, i progetti per il futuro e così via.

È emerso da questi che la maggior parte dei bambini con bisogni speciali è affidata in collocamento sia a breve termine (42,1%) che a lungo termine (34,7%). I risultati, inoltre, rivelano che i bambini con bisogni speciali hanno maggiori probabilità di trascorrere più tempo nel sistema di protezione in attesa di essere presi in affido: i bambini con bisogni specifici vi trascorrono in media tre anni prima di essere accolti. Tra i motivi principali che portano i bambini ad entrare nel sistema di protezione vi sono l'abbandono, la violenza di genere, l’abuso psicologico e prenatale.

La necessità di rompere i silenzio

Questi risultati sollevano interrogativi importanti sull’affido, sulla complessità della disabilità e di come questa influisce sulle famiglie affidatarie e sugli altri agenti nel processo. È stato dimostrato che per analizzare la vulnerabilità dei bambini con disabilità è necessario considerare non solo le loro caratteristiche individuali, ma anche gli atteggiamenti e le risposte offerte dai Servizi e dalle comunità.

L'ignoranza sugli aspetti che caratterizzano questo gruppo di bambini lo rende invisibile. Come afferma Gibson (2006), i bambini con caratteristiche speciali e bisogni educativi legati alla disabilità, così come altri gruppi oppressi, sono imprigionati in una cultura di silenzio che non offre né possibilità né mezzi di espressione. Per promuovere il diritto dei bambini è necessario promuovere la loro partecipazione e dare loro voce.[1]

[1] https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/chso.12510

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