Presentazione

In Italia, è ancora pensabile che l’azione dei Servizi sociali porti alla individuazione e formazione di un numero di famiglie affidatarie sufficiente per rispondere al bisogno di accoglienza familiare dei bambini e dei ragazzi del territorio?
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E alla progettazione e attuazione di affidamenti familiari di buona qualità, benèfici per tutti i soggetti coinvolti, a partire dai minorenni stessi e dalle famiglie di origine e affidatarie?
Nei suoi quarant’anni di vita, la Legge 184/83 ha trovato modalità di attuazione assai diversificate, alcune molto valide e feconde, altre poco efficaci edispersive.
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Ad oggi, osservando complessivamente le varie aree del Paese, emerge – salvo alcune eccezioni – la diffusa e variegata difficoltà dei Servizi ad assicurare la possibilità di un affido familiare a tutti i bambini e i ragazzi che ne avessero bisogno.

Come reagire a questo che alcuni commentatori hanno definito il “lento declino dell’Affido”?.
I recenti slanci, sostenuti dai fondi straordinari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, aprono interessanti spiragli, confermati dall’inserimento – nei Livelli essenziali delle Prestazioni – del servizio sociale professionale e delle misure di prevenzione delle cause degli allontanamenti dei minorenni dalle loro famiglie.

Occorre, ora, orientare in modo efficace fondi ed energie, per compiere reali e stabili passi in avanti.
Il Seminario, partendo dalle Linee di Indirizzo nazionali sull’Affido e dalle best-practice presenti nel Paese, punta l’attenzione sui Requisiti Organizzativi e Metodologici di cui ogni Centro Affidi deve dotarsi e sulla necessità di dare il via a Piani Territoriali per l’Affido adeguati esostenibili.

Piani da fondare su precisi elementi strategici e da ideare e attuare con la collaborazione delle associazioni di famiglie affidatarie e delle realtà istituzionali e di terzo settore attive in campo minorile e familiare.
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