"R.E.A.C.T.": gli interventi del progetto e i risultati dei percorsi individualizzati

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"R.E.A.C.T.": gli interventi del progetto e i risultati dei percorsi individualizzati

Comunità educante e rafforzamento delle competenze. Il fronteggiamento delle difficoltà attraverso il sostegno del Case Manager e il supporto della "Family Group Conference".

Gli interventi

L’impianto progettuale del progetto si è mosso su due binari di intervento, in maniera coordinata e complementare:

-        il rafforzamento delle competenze degli adolescenti, in particolare di quelli più vulnerabili;

-        il rafforzamento delle risorse educative presenti sul territorio e che costituiscono la comunità educante.

R.E.A.C.T. ha agito in modo da promuovere le capacità individuali degli adolescenti, sollecitarne l’autonomia e l’assertività nei diversi contesti di vita. Il progetto ha sostenuto un network in grado di facilitare i processi di inclusione sociale ed educativa dei partecipanti, coinvolgendo sia agenti educativi formali (insegnanti, operatori sociali), che informali (famiglie, volontari, cittadini).

<<Il cambiamento nei percorsi di vita dei ragazzi, riconducibile ai percorsi individualizzati loro rivolti, fa ben sperare che questi si siano appropriati dei propri desideri >>

Il Case Manager: ruolo e funzioni

Figura chiave del progetto, che ha avuto specifiche funzioni nell’accompagnamento, nel supporto e nell’orientamento dei giovani, è stata quella del Case Manager. Al CM competeva la definizione dei percorsi individualizzati per i destinatari diretti del progetto, ovvero gli adolescenti in condizioni di vulnerabilità ed esposti a maggior rischio di dispersione scolastica. Trattasi sicuramente della figura con cui ho collaborato maggiormente, fonte di tutte le informazioni da me acquisite in merito a ciò che il Servizio Sociale comunale poteva offrire per la realizzazione di progetti ad hoc in relazione ai ragazzi ed alle ragazze che necessitavano di aiuto.

La collaborazione è stata fondamentale per la gestione di n. 13 casi di evasione scolastica, già segnalati per la loro cronicità alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli. In queste circostanze, il CM ha avuto una responsabilità generale sul benessere dell’adolescente, ha analizzato i suoi bisogni principalmente grazie a un dialogo diretto e aperto. I progetti di presa in carico elaborati, in quanto globali, sono stati di raccordo tra beneficiario, famiglia, comunità educante e territorio.

Family Group Conference

Altra peculiarità del progetto è stata l’attivazione della "Family Group Conference" ("riunione di famiglia"). Trattasi di uno strumento partecipativo utilizzato per situazioni di particolare vulnerabilità e che si è concretizzato nell’organizzazione di incontri periodici a cui hanno aderito i membri della famiglia, altre persone significative per il minorenne e gli operatori del Servizio Sociale.

Obiettivo della Family Group Conference è la promozione di un processo congiunto per il fronteggiamento dei problemi di vita dell’adolescente, principalmente del suo disagio scolastico e delle difficoltà interne al suo nucleo familiare.

Riaccendere la speranza

L’evidenza di un cambiamento nei percorsi di vita dei ragazzi e delle ragazze che seguo professionalmente, causalmente riconducibile ai percorsi individualizzati loro rivolti, fa ben sperare che questi si siano appropriati dei propri desideri, delle proprie ambizioni, e che abbiano compreso che sognare, sognare forte, è un loro irrinunciabile diritto.

 

Bibliografia:

WeWorld (2021), "Quando educa il viaggio", WeWorld Onlus;

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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