Valutazione e progettazione: il modello multidimensionale de “Il Mondo del Bambino”

Home
/
Blog AffidoBlog Social Work
/
Valutazione e progettazione: il modello multidimensionale de “Il Mondo del Bambino”

Approvate le Linee di indirizzo nazionali per l’intervento con bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità. La promozione della genitorialità positiva e la conseguente prevenzione dell'istituzionalizzazione.

Il Mondo del Bambino

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2017, ha approvato le Linee di indirizzo nazionali per l’intervento con bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità volte alla promozione della genitorialità positiva e alla conseguente prevenzione dell'istituzionalizzazione. Il lavoro di cura e di protezione dei bambini e dei ragazzi viene inteso come un insieme di interventi che mirano a promuovere un ambiente idoneo alla crescita di questi e a prevenire rischi che possano ostacolare quanto appena affermato, ponendo una particolare attenzione su tutti quegli interventi finalizzati a prevenire l’allontanamento del minorenne dalla propria famiglia[1].

I contenuti del documento si basano su principi con concrete evidenze scientifiche. Nello specifico, viene fatto riferimento al modello triangolare del “Mondo del Bambino” elaborato dal governo inglese a partire dagli anni novanta. Quest’ultimo, nello specifico, attenziona i bisogni di sviluppo del bambino, le risposte dei genitori a questi ultimi e i fattori ambientali e familiari che possono favorire o ostacolare tutto ciò. Queste tre macro-dimensioni costituiscono le basi su cui costruire interventi individuali adeguati ad ogni specifico contesto.

<<Le tre macro-dimensioni di questo modello costituiscono le aree su cui costruire l’analisi, la valutazione e la progettazione di ogni situazione familiare>>

Un modello triangolare e multidimensionale

L’allegato 2 delle citate linee guida, come affermato pocanzi, presenta ed approfondisce il modello multidimensionale de “Il Mondo del bambino”, il cui obiettivo è anche quello di fornire supporto ai professionisti per giungere ad una globale comprensione delle esigenze del bambino e della sua famiglia.

Lo strumento si compone, a livello grafico, di una struttura triangolare: i tre lati del triangolo fanno riferimento alle tre dimensioni denominate rispettivamente “Il mio crescere; di cosa ho bisogno da chi si prende cura di me; Il mio ambiente di vita”; Queste tre dimensioni si suddividono a loro volta in sottodimensioni.

Questo strumento propone inoltre tre sue versioni le quali si differenziano per il linguaggio utilizzato: la “versione operatori” presenta un linguaggio tecnico professionale; la “versione bambino” si avvale di un linguaggio adatto a bambini e ragazzi; infine, vi è la “versione vuota” che punta a dar voce a bambini e a genitori sulla loro specifica situazione. Le Linee guida valorizzano l’importanza dell’utilizzo di questo modello in quanto viene considerato un quadro teorico di riferimento e, al tempo stesso, uno strumento di supporto per gli operatori per meglio comprendere tutto ciò che concerne il bambino e la sua famiglia nelle diverse fasi dell’intervento.

L'assessment: una fase fondamentale

Ad ogni famiglia viene dunque garantito un percorso di accompagnamento personalizzato che mira, in primis, a rispondere adeguatamente alle esigenze dei bambini. Il procedimento metodologico che si cela dietro le vare fasi dell’intervento segue un criterio logico e generale, tuttavia una di queste persiste per tutta la durata del percorso: l’assessment, ovvero la fase di valutazione. Nessun progetto di intervento può infatti prescindere dai reali bisogni delle persone e, per comprenderli e per costruire attorno ad essi l’intervento, l’assistente sociale, insieme ai destinatari, ne deve effettuare una previa valutazione.

Solitamente, questa fase segue alla domanda di accoglienza. L’assistente sociale ha il dovere di analizzare le informazioni raccolte con l’obiettivo di creare solide basi per una successiva progettualità. Il professionista punta ad acquisire gli elementi per meglio interpretare una specifica situazione, per capire da cosa essa è determinata e per comprendere in quale direzione può andare il cambiamento. L’assessment presuppone la conoscenza, da parte dell’assistente sociale, non solo del servizio in cui lavora ma anche del contesto in cui fa riferimento al fine di individuare le risorse che possono essere concretamente attivate[2].

[1] Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Linee di indirizzo per l’intervento con bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità, p.6, 2017.

[2] Sanfelici Mara, I modelli del servizio sociale. Dalla teoria all’intervento, Carocci Faber, pp. 35-36, 2017.

Articoli Correlati

No items found.
Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
Scrivi un Messaggio
Accetto la Privacy Policy
L'invio del tuo messaggio è andato a buon fine.

Siamo lieti che tu ci abbia scritto! A breve il messaggio sarà visionato dallo Staff del Centro Studi. Ti risponderemo quanto prima.

Cordiali saluti, la Tutor del Centro Studi, dr.ssa Carmela Carotenuto.
Oops! Qualcosa è andato storto!