Quale setting per il colloquio di Servizio Sociale

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Quale setting per il colloquio di Servizio Sociale

Variabili strutturali del colloquio. Coordinate metodologiche, spazio e tempo.

La cornice di un buon colloquio 

Il colloquio sociale è un’interazione non casuale, in cui la comunicazione è intenzionale e si definisce operativamente in funzione del contesto e delle sue coordinate organizzative e istituzionali. Le variabili contestuali, ovvero gli elementi del setting del colloquio, influenzano lo sviluppo di atteggiamenti di responsabilizzazione o il manifestarsi di condotte di inerzia da parte delle persone. Il contesto gioca un ruolo fondamentale nel colloquio, poiché da esso dipende la qualità dei contenuti espressi all’interno del colloquio e influisce sul cambiamento della persona. L’obiettivo della scena del colloquio è quello di isolare dalla realtà esterna, riducendo le interferenze dall’esterno per favorire l’accesso all’interiorità ed esprimersi in modo autentico. L’Assistente Sociale definirà così tempi e spazi per un esito di approccio favorevole.

«Non è mai un mero scambio di parole tra soggetti in comunicazione, è ascolto attento, osservazione della meta comunicazione, silenzio come capacità costruttiva di relazione empatica» 

Le variabili strutturali 

L’Assistente Sociale nell’esercizio della sua professione, fa ricorso a diversi strumenti finalizzati alla conoscenza dell’utente e allo sviluppo dell’intervento di aiuto. Tra questi particolarmente importante è il colloquio professionale

Il colloquio è una forma di comunicazione interpersonale, che si distingue da una conversazione in quanto l’interazione è volta a raggiungere uno scopo scelto coscientemente. Di conseguenza non è mai un mero scambio di parole tra soggetti in comunicazione. È ascolto attento, osservazione della meta comunicazione (postura, gesti, reazioni emotive), silenzio come capacità costruttiva di relazione empatica. 

L’Assistente Sociale per creare un adeguato campo di interazione, che si traduce poi in una esperienza significativa, prima che abbia materialmente inizio il colloquio, dovrà preventivamente definire l’assetto organizzativo che comprende la definizione accurata di tempi e spazi. 

Lo spazio del colloquio 

Il contesto (l’ambiente dove si svolge il colloquio, il clima relazionale, la struttura organizzativa) è fondamentale perché è il tessuto dentro al quale si incrociano le parole dell’Assistente Sociale e dei suoi interlocutori, è il luogo entro il quale si costruisce il cambiamento

La variabile spaziale influenza l’intervento dell’Assistente Sociale, in quanto assume valore di messaggio. L’ambiente non è mai neutro, contribuisce a determinare aspettative nell’utente. L’Assistente Sociale avrà così cura di analizzare l’ambiente dove si svolgerà il colloquio, garantendone la riservatezza. 

Una stanza ben organizzata negli spazi, con la presenza di arredi semplici ed essenziali contribuisce a mettere a proprio agio la persona e a favorirne la comunicazione. Elena Allegri, elenca alcuni elementi ai quali prestare attenzione:

  • La porta, la chiusura della porta è un indicatore significativo in quanto la scarsa protezione sonora segnala segni di fragilità della barriera;
  • La scrivania, la posizione frontale degli interlocutori non costituisce una barriera di distanza ma aiuta l’utente ad avere la percezione che l’Assistente Sociale starà al suo posto;
  • Il telefono, spegnere il telefono nel corso del colloquio evita l’interruzione del flusso della conversazione. 

Il tempo del colloquio 

Il colloquio ha un inizio, un corpo centrale e una conclusione. Il primo colloquio è conoscitivo e pone le basi per la relazione che andrà strutturandosi con il tempo. Il corpo centrale riguarda i contenuti del colloquio. Nella fase conclusiva si valuterà la prassi da seguire. 

Darsi un tempo è un’indicazione metodologica importante perché se troppo limitato o dilatato non consente all’Assistente Sociale la comprensione dei livelli di comunicazione reciproca e dei significati che a questi livelli si muovono. Esplicitare il tempo del colloquio consente sia all’Assistente Sociale che all’utente di fare un buon uso del tempo. 

Vi sono specifici aspetti strutturali che connettono sinergicamente la teoria con le buone pratiche del colloquio, e che costituiscono una bussola di orientamento per l’Assistente Sociale, attivando relazioni affidabili sul piano della qualità.

 

 

Fonti

Elena Allegri, Paola Palmieri, Fabrizio Zucca, Il colloquio nel servizio sociale, Roma, 2017.

Olga Cellentani, Manuale di metodologia per il servizio sociale, Franco Angeli, Milano, 2004.


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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