Saper essere: le soft-skills nel servizio sociale

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Saper essere: le soft-skills nel servizio sociale

Occorrono capacità relazionali e comportamentali per lavorare meglio e costruire alleanze di lavoro efficaci.

Bastano le competenze tecniche?

Il saper fare è indubbiamente necessario per l’Assistente Sociale ed attiene alle competenze tecniche e professionali che si acquisiscono nel corso degli studi e soprattutto con l’esperienza e con la formazione continua; ma tali competenze tecniche (in inglese hard-skills) da sole non bastano più. Questa istanza è avvertita in tutti i contesti professionali: se un tempo i clienti giudicavano soprattutto la qualità di un lavoro, oggi la percezione di valore del «mi ha trattato bene» è molto più importante di ieri.

«Non basta più essere bravi, occorre anche “saper stare” con le persone»

Competenze trasversali: necessarie!

Le soft-skills sono le abilità e le competenze trasversali che caratterizzano un professionista, necessarie per potersi rapportare con le persone che fanno parte dell’ecosistema lavorativo. Di tale necessità si sono accorti anche quei mondi lavorativi che hanno la tecnica e l’efficienza come emblema, come il mondo della grande produzione, al punto che le soft-skills sono oggi considerate importanti come o più delle competenze tecniche per il successo e le carriere.

Quanto più il lavoro diventa organizzato e specializzato tanto più i manager investono sul sostegno alla intelligenza relazionale e sull’empatia dei loro dipendenti, avendo riconosciuto che la cura del benessere del lavoratore è funzionale ad una migliore produttività.

Le organizzazioni sono comunità

Prima ancora che lavoratori, nei contesti organizzativi si è uomini e donne: stare bene con sé stessi e con gli altri è considerato un bisogno crescente.

Il lavoro sociale in particolare richiede un alto numero di interazioni con un crescente volume di interlocutori quali utenti, colleghi, partner, istituzioni: diventare dei bravi gestori di relazioni è quanto mai necessario per saper condividere, negoziare, ascoltare, stare in contatto, mantenendo alta la propria autostima.

Se non è sociale, che servizio sociale è?

L’istanza relazionale è connaturata al lavoro sociale: nelle professioni di aiuto (ma anche in quelle sanitarie ed educative) oltre a giudicare se il professionista «è preparato», è fondamentale che la persona-utente avverta che il professionista «è empatico»: nessuna alleanza di lavoro può avviarsi senza questo prerequisito. Occorre dunque che l’Assistente Sociale dedichi parte della sua formazione ad accrescere le soft-skills che, come un muscolo, necessitano di essere allenate per funzionare bene.

Benché influenzata certamente dal background socioculturale di ognuno di noi, come risultanza di una serie di comportamenti ed esperienze di vita, l’empatia, e più in generale l’abilità relazionale, non è un elemento immutabile iscritto nella nostra personalità e nel nostro carattere bensì possiamo svilupparla anche da adulti.



Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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