“Restituire il Futuro”: l’indice regionale sul maltrattamento all’infanzia

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“Restituire il Futuro”: l’indice regionale sul maltrattamento all’infanzia

Fattori di rischio e protezione. Adeguata offerta di servizi sociosanitari e socioeducativi: scuola e servizi sociali territoriali.

Contesto e servizi 

L’indice regionale sul maltrattamento all’infanzia in Italia mostra i fattori di vulnerabilità delle persone minori per età rispetto a possibili fenomeni di maltrattamento, abuso infantile o trascuratezza. Ciò ci permette una lettura del contesto socioeconomico di riferimento e dell’offerta dei servizi presenti, offrendo raccomandazioni preziose di come le politiche di welfare possono innalzare i fattori di protezione, contrastando fattori di rischio sociali o individuali. 

«Unica diga per arginare l’incremento delle condizioni di vulnerabilità legata a fattori individuali e sociali, una adeguata offerta di servizi sociosanitari e socioeducativi»   

Report 2020 

L’analisi è il frutto dell’ultimo report CESVI (anno 2020), Organizzazione umanitaria che opera a livello nazionale e sovranazionale e si intitola “Restituire il Futuro”. La sua valenza rispetto all’attuale scenario è amplificata dall’emergenza sociosanitaria in corso legata alla diffusione del Covid 19 che ha determinato inevitabilmente un arretramento delle politiche di garanzia, l’intermittenza nell’offerta dei servizi socioeducativi e sociosanitari e un impoverimento nella capacità di sviluppare relazioni sociali.   

A fronte di un contestuale aumento degli episodi di maltrattamento domestico, come evidenziano le segnalazioni al 1522 quasi raddoppiate, della povertà economica e delle povertà educative definibili anche come le possibilità di accedere ai servizi, all’istruzione e alla cultura.  

Maltrattamento, abuso infantile e trascuratezza 

L’organizzazione Mondiale della Sanità include, nella sua definizione, tutte le forme di maltrattamento fisico e psicologico, abuso sessuale, trascuratezza, sfruttamento sessuale e lavorativo, che determini un danno per la salute e lo sviluppo psicofisico e la dignità della persona di minore età. 

La trascuratezza, in particolare, è definita come una inadeguata attenzione da parte dei genitori/caregiver ai bisogni psicofisici, emotivi ed educativi dei bambini e delle bambine. Prevedendo delle conseguenze a breve e a lungo termine, riscontrabili anche in ambito medico e psicologico.  

A titolo esemplificativo, a breve termine, sono rilevabili e rappresentano importanti fattori predittivi la presenza, su persone di minore età vittime, di ferite, lividi, bruciature, nei casi di abusi fisici, oppure disturbi d’ansia, repentini cambiamenti del comportamento, disturbi post traumatici da stress o episodi di depressione, in particolare nei casi di abusi gravi. 

Tra le conseguenze, a lungo termine, si riscontrano l’insorgenza di patologie come il diabete, l’obesità, l’ipertensione, danni al sistema immunitario, conseguenze sullo sviluppo cerebrale o ancora depressione, disturbi d’ansia, disturbi della condotta alimentare, forme di dipendenza patologica o l’assunzione di comportamenti sessualmente a rischio. 

Fattori di rischio e fattori di protezione 

Il report ruota intorno a 64 indicatori relativi ai fattori di rischio e ai fattori di protezione sui diversi territori regionali, determinando una classifica decrescente tra le diverse regioni. Si collocano ai primi posti, pertanto, quelle regioni che presentano sia minori rischi di maltrattamento familiare per l’infanzia, sia un sistema di politiche e servizi territoriali adeguato a contrastare e prevenire il problema. 

Rispetto all’aggregazione progressiva dei 64 indicatori possiamo osservare indici di dettaglio come: 

  • L’indice di contesto dei fattori di rischio (relativo ad adulti e minori); 
  • L’indice dei servizi (relativo ad adulti e minori); 
  • L’indice territoriale generale per capacità, frutto dell’aggregazione dei fattori di rischio e dei servizi. 

Porto all’attenzione alcuni indici che ci permettono di comprendere al meglio alcune analisi comparate. La capacità di vivere una vita sana, valutabile, ad esempio, rispetto al numero di gravidanze precoci, al tabagismo in età giovanile o altre dipendenze patologiche. 

La capacità di cura che riflette su alcuni dati come il numero di componenti del nucleo familiare, la presenza di separazioni conflittuali, le gravidanze indesiderate, la distribuzione del carico di cure all’interno del nucleo familiare. 

Ancora, la capacità di vivere una vita sicura, ovvero, l’appartenenza a sistemi familiari nei quali ci sono adulti maltrattanti oppure la capacità di acquisire conoscenze e sapere, l’isolamento sociale, la povertà economica, l’indice di disoccupazione o il prodotto interno lordo di un territorio. 

L’offerta dei servizi socio-educativi e socio sanitari 

Unica diga per arginare l’incremento delle condizioni di vulnerabilità legata a fattori individuali e sociali, una adeguata offerta di servizi sociosanitari e socioeducativi. 

La scuola non è soltanto un’agenzia educativa erogatrice di istruzione, è contestualmente un presidio fisico e di socialità che favorisce la creazione di reti naturali di supporto, in grado di intercettare spesso quei fattori predittivi di vulnerabilità di cui abbiamo parlato prima. 

Gli asili nido, le ludoteche e gli altri servizi socioeducativi e per il tempo libero, hanno un impatto rilevante sulle politiche di sostegno alla maternità e alla paternità per il diritto alla cura, al lavoro e alla formazione. 

Abbiamo inoltre già raccontato di come, in piena emergenza Covid, i servizi sociali territoriali, i centri antiviolenza, i consultori familiari, i centri di salute mentale, i ser.d e tutti gli altri servizi d’ambito rappresentino l’unico presidio di vicinanza e di cura, spesso di salvezza, a maggior ragione, quando tra le pareti domestiche si nascondono storie di vulnerabilità, sofferenza e purtroppo anche violenza. 

Le raccomandazioni finali 

Il report 2020, comparabile anche al precedente del 2019, ci racconta non solo di Regioni che vivono condizioni di elevata criticità, come la Campania, la Sicilia, la Calabria, la Puglia o la Basilicata ma fornisce anche delle raccomandazioni finali. 

In particolare, l’utilità di sviluppare un sistema informativo puntuale sul tema del maltrattamento all’infanzia e la necessità di investimenti e nuovi strumenti di governance per ridurre il divario territoriale. 

L’opportunità di adottare un approccio multidimensionale per politiche dirette e indirette di prevenzione e contrasto al maltrattamento, puntando su politiche di medio-lungo termine. 

Un ruolo importante viene riservato alla resilienza come fattore protettivo importante che va sviluppato attraverso un approccio trasversale alle politiche e alle pratiche di intervento, con uno sguardo particolare a tutte le fasi di sviluppo e di crescita dei bambini e delle bambine, partendo dalla prima infanzia. 

 

Fonti: 

https://www.cesvi.org/wp-content/uploads/2020/09/Cesvi_INDICEReg_2020_full.pdf 

 

 


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