Il rapporto scuola-persone con disabilità: un valore aggiunto per la società

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Il rapporto scuola-persone con disabilità: un valore aggiunto per la società

Inserimento: classi aperte e integrazione scolastica. Piano educativo individuale. Meno emarginazione: superare i pregiudizi, sensibilizzazione psicologica, cambiamento.

Un’opportunità di crescita 

Al giorno d’oggi ci troviamo di fronte ad un aumento di casi di bullismo ed emarginazione a scuola, che hanno come principali vittime i bambini con disabilità. Bisognerebbe arrivare a capire quanto questi bambini possono essere fondamentali per la crescita di chiunque e quindi non escluderli dal gruppo. In questo contesto è fondamentale il lavoro di sostegno anche dell’assistente sociale. 

«Le persone con disabilità vanno valorizzate, la disabilità va trattata con gentilezza, così ci accorgeremo che ci darà sempre qualcosa in cambio» 

Normativa italiana 

L’inserimento scolastico del bambino con disabilità è stato caratterizzato, fino agli anni Sessanta, da un approccio prevalentemente medico, trascurandone la personalità globale. Era il 4 agosto 1977 quando finalmente venne emanata la legge n.517, che stabilisce il diritto degli alunni con disabilità a frequentare le scuole comuni, segnando il superamento delle classi differenziali e scuole speciali. Si istituisce formalmente la nascita delle classi aperte

Altra legge fondamentale per quanto riguarda l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità è la legge n. 104 del 1992. Tale legge evidenzia il principio di integrazione scolastica come momento essenziale per la tutela della dignità umana delle persone con disabilità, impegnando lo stato ad abbattere ogni forma di barriera architettonica, ostacolo per il loro sviluppo. 

Presente contro passato, come evolve la situazione?  

Nell’antichità, le persone con disabilità rientravano nella categoria dei poveri e sicuramente dei diversi, considerati storpi, minorati e infelici. Nel tempo si è cercato di superare questa sbagliata concezione e di favorire un cambiamento nella cultura e nella considerazione delle persone con disabilità, in particolar modo attraverso la Costituzione e l’ICF.  

Concezione che però, ai giorni d’oggi, torna sempre più spesso protagonista nei banchi di scuola, infatti sono sempre più frequenti fenomeni di bullismo e emarginazione nelle scuole a discapito di bambini con disabilità.  

Il ruolo dell’assistente sociale 

Il ruolo dell’assistente sociale risulta essere fondamentale in questi contesti, per combattere pregiudizi e discriminazioni nei confronti dei bambini con disabilità. In ambito scolastico è più corretto parlare di BES (bisogni educativi speciali) e DSA (disturbi specifici dell’apprendimento).  

Partendo dal presupposto che ogni situazione è differente dall’altra e quindi va affrontata in maniera diversa, uno dei compiti che principalmente ricopre l’assistente sociale è quello di aiutare le persone con disabilità a lavorare in modo efficace, per andare a migliorare la loro autostima e non farli sentire inferiori rispetto agli altri, valorizzare sostanzialmente le loro potenzialità.  

Per fare ciò è indispensabile valutare le aree in cui loro possono avere bisogno di assistenza o consulenza, monitorare i problemi e i progressi e, se necessario, provvedere alla definizione di un Piano di Educazione Individuale. Fondamentale è comunque evitare che il bambino con disabilità assorbi l’etichetta di diverso come sua identità reale, modificando il suo essere. 

Il precetto di Auggie e l’importanza del bambino con disabilità in classe 

Nel romanzo di R.J. Palacio, Wonder1, il protagonista Auggie, affetto da una deformazione craniofacciale, si presenta al primo giorno di scuola con un casco da astronauta per evitare di essere fissato.  

La verità è che nessuno è normale, nessuno è giusto o sbagliato, bisogna arrivare ad una consapevolezza che ognuno di noi è diverso dall’altro, ognuno di noi è speciale a modo proprio, ognuno di noi è essenziale per l’altro, citando il film tratto dall’omonimo romanzo, “ognuno di noi meriterebbe una standing ovation almeno una volta nella vita2”. 

Bisogna arrivare alla consapevolezza che i bambini con disabilità sono importanti per i loro coetanei dal momento che, quelle relazioni che si andranno a creare in classe, comporteranno una sensibilizzazione psicologica sui bambini i quali cresceranno già con un occhio di riguardo verso coloro che spesso sono stati considerati gli ultimi della società e con importanti valori umanitari. 

Ad oggi è importante quindi non escludere e denigrare le persone con disabilità, ma imparare da loro, trattarle con gentilezza ed agire con il cuore, perché soltanto tutti insieme si può vincere il mondo, mettendo tutti sullo stesso piano.  

Bisogna continuare a parlare di scuole speciali, ma nel vero senso della parola, aule composte da bambini tutti speciali a modo proprio, con le proprie qualità e le proprie difficoltà, dove ognuno deve sentirsi punto di riferimento per l’altro, dove ogni bambino tende a favorire lo sviluppo e la crescita dei propri coetanei. Bisogna superare i soliti pregiudizi e non giudicare mai una persona dall’apparenza, si deve andare oltre.  

Per riprendere il libro già citato, il simbolo di questo cambiamento di orizzonte è Jack Will, compagno di classe che si allontana dalla comitiva e stringe un’amicizia significativa con Auggie, che sarà fondamentale per acquisire quei valori alla base della vita umana.  

Meno bullismo, meno pregiudizi e più socializzazione, collaborazione e integrazione. Poniamoci allora un’ultima domanda, cosa può fare un bambino con disabilità all’interno di una classe? Ci accorgeremo di fare tutte considerazioni positive. 

 

 

 FONTI

1 R. J. Palacio, Wonder, Giunti Editore, Firenze, 2013. 

2 Film, Wonder, Stephen Chbosky, 01 Distribution, USA, 2017

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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