La normalità del sopruso: breve riflessione sul caso Genova

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La normalità del sopruso: breve riflessione sul caso Genova

Povertà: repressione o educazione e cultura? Aridità emotiva, differenziazione sociale e di colpevolizzazione del soggetto fragile.

Il caso  

Genova – Centro Storico, via Pre' - Alcune persone bisognose, in coda per un pasto alla mensa, sono state multate dalla Polizia Municipale perché non mantenevano il distanziamento o perché sprovviste di mascherina.   

Nella lettura dell'articolo mi sono interrogata sull'unicità di questa vicenda e ho ricercato articoli che potessero aiutarmi a comprendere motivazioni e modalità di azione da parte delle istituzioni in un periodo come questo caratterizzato dall'aumento delle fragilità sociali ma ho scoperto che anche se paradossale, è successo davvero: alcune persone senza dimora in questo periodo sono state multate. E non solo a Genova. Questo è quel che avvenuto in varie città di Italia tra cui Milano , Roma, Bologna e Genova, per “Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”. Gli homeless sarebbero colpevoli di aver contribuito alla diffusione del virus per non aver rispettato il distanziamento o addirittura per non essere rimasti a casa.   

«Gli homeless sarebbero colpevoli di aver contribuito alla diffusione del virus per non aver rispettato il distanziamento o addirittura per non essere rimasti a casa» 

Assistenza e assistenzialismo pre e post covid  

Partendo da un'unanime espressione dei magistrati di Area di Genova "La povertà non si combatte con la repressione" assunto da me condiviso sulla povertà, anche perché sarebbe interessante capire quante multe saranno effettivamente pagate dai senza fissa dimora, ritengo  che la cultura e l'educazione, e non la semplice sensibilizzazione che sicuramente come dagli stessi vigili è stato confermato sarà stata da loro effettuata nei giorni precedenti, possa generare effettivi cambiamenti nel rispetto delle regole.  

Educazione e cultura della regola che però possono essere rispettate solo se inserite in un ventaglio di interventi molto più ampio e concreto che garantiscono l’attuazione di misure di dignità sociali che per troppo anni sono state trascurate dagli Enti Locali, per difficoltà o spesso anche incapacità di comprensione. Diritti fondamentali sanciti dalla costituzione: diritto alla casa e diritto al lavoro.  

Quanto risuona questa notizia?  

La vicenda non pare aver suscitato particolare attenzione da parte dei cittadini, che non si sono indignati e nemmeno pare abbiano protestato rispetto a questa vicenda. Possibile che il senso di umanità, di pietà sia stato sostituito da un'aridità emotiva che ci porta ormai ad abituarci a notizie come questa e a non sconvolgerci e nemmeno a sorprenderci di fronte a tutto ciò?  

Ciò che mi viene in mente è cosa succederà dopo questa vicenda? Servirà ad innescare riflessioni critiche ma costruttive finalizzate a costruire finalmente un modello di welfare integrato che non sia improntato solo all'emergenza come per anni è stato fatto sui nostri territori?  

Il Covid che appariva come una nuova sfida pare essere oggi un ulteriore elemento di differenziazione sociale e di colpevolizzazione del soggetto fragile.  

 


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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