Minori richiedenti asilo nel Regno Unito - PARTE I

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Minori richiedenti asilo nel Regno Unito - PARTE I

Bambini seperati dai genitori, abbandonati. Avversità, esperienze traumatiche e arrivo in UK. Attenzione e protezione.

Dentro e attraverso l’Europa

La protezione dei richiedenti asilo continua a essere una questione impegnativa per i governi di tutta Europa, anche qui nel Regno Unito. I minori non accompagnati e separati richiedenti asilo possono essere considerati come parte di un "sottoinsieme" all’interno degli spostamenti di persone dentro e attraverso l’Europa da altre parti del mondo.

«Dall'inizio dell'anno, il Kent ha visto il numero di MSNA sotto i 18 anni in cura aumentare»

Bambini prima di tutto

Secondo l’Home Office[1] i minori non accompagnati in cerca di asilo (MSNA o UASC) sono bambini e giovani che chiedono asilo nel Regno Unito e in Europa ma che sono stati separati dai loro genitori o tutori. Mentre la loro richiesta viene elaborata, sono curati da un'autorità locale.

In quanto "bambini prima di tutto" e minori richiedono la nostra attenzione e protezione in particolari circostanze[2] nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 sullo status dei rifugiati, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia (UNCRC) del 1991, del Children Act 1989 come bambini in stato di bisogno, del Human Rights Act 1998 che stabilisce i diritti e le libertà fondamentali a cui tutti nel Regno Unito hanno diritto.

Le avversità che colpiscono molti giovani non accompagnati includono esperienze traumatiche come parte della loro fuga, così come la separazione o la perdita di familiari; vi e’ inoltre un numero crescente di vittime della tratta internazionale a scopo di sfruttamento.

Numeri del fenomeno nel Kent

Il numero massimo raccomandato dal governo di MSNA sotto i 18 anni di cui il Kent dovrebbe prendersi cura è 231 (al 10/06/2021). Dall'inizio dell'anno, il Kent ha visto il numero di MSNA sotto i 18 anni in cura aumentare da 274 a oltre 400, con numeri che continuano ad aumentare rapidamente su base giornaliera.

Prima di arrivare in UK

E’ probabile che questi giovani arrivino nel Regno Unito da soli o con un adulto che in seguito li ha abbandonati o che non si presenta come accompagnatore o tutore idoneo.

Molti bambini che stanno tentando di raggiungere il Regno Unito vengono individuati e rimandati indietro prima di lasciare l'Europa continentale. Arginare il numero di arrivi clandestini nel Regno Unito è stato facilitato dall'istituzione di efficaci controlli in Francia e Belgio. Le difficoltà incontrate nell'arrivare nel Regno Unito sono state confermate da molti bambini che spesso riferiscono di aver fatto in precedenza diversi tentativi falliti.

L’arrivo in UK

Se un bambino è in grado di eludere il rilevamento tramite i controlli giustapposti in Francia o in Belgio, ha buone possibilità di raggiungere il Regno Unito senza essere scoperto durante la traversata.

Una volta arrivati al porto di Dover (o talvolta a Ramsgate) i bambini possono essere rilevati/individuati attraverso una scansione mentre rimangono nascosti nei veicoli all'interno dell'area portuale.

Poiché è impossibile scansionare più di una piccola parte dell'enorme volume di camion che entrano attraverso Dover, la maggior parte dei minori "entrati clandestini" (compresi i minori non accompagnati) riesce a rimanere inosservata fino a quando non ha lasciato l'area portuale.

Nel caso in cui i minori sono in grado di eludere il controllo all'estero e arrivano nel Regno Unito, il loro primo contatto con le autorità britanniche avviene più spesso con la polizia che con i funzionari dell'immigrazione.

 

 

 

 

Note:

[1] È il dicastero del governo del Regno Unito che si occupa degli affari interni del Paese, analogo al ministero dell'interno italiano.

[2] Timore di discriminazione politica, religiosa, razziale, di nazionalità o per timore di persecuzione.


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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