Una coppia impossibile? Risonanze tra metodologia della ricerca azione e metodologia del servizio sociale

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Una coppia impossibile? Risonanze tra metodologia della ricerca azione e metodologia del servizio sociale

Metodologia della ricerca azione e ciclo del cambiamento governato. Processo condiviso e fasi della ricerca azione. Servizio sociale, ricerca azione e relazione simpatetica.

La metodologia della ricerca azione

La ricerca azione è una forma di ricerca sociale che inizia sempre con un problema sociale pratico e sviluppa conoscenza utile per quella situazione problematica. Dal punto di vista metodologico, è un processo ciclico e interattivo scandito in più fasi secondo una modalità a spirale piuttosto che lineare: indagine, pianificazione, azione e valutazione[1], ripetute per più iterazioni.

FASI DEL CICLO DELLA RICERCA AZIONE
Fonte (adattata da): Cunningham (1976); Kemmis e McTaggart (2000)  

La circolarità e la ricorsività del processo, in cui centralità è assegnata alla valutazione sia del processo nel suo complesso che di ogni singola fase, mette in evidenza che la ricerca azione fornisce un metodo di indagine, rappresenta una logica di azione finalizzata ed è un momento di realizzazione del cambiamento.

“La ricerca azione permette di lavorare e produrre conoscenza con sistemi sociali complessi, come gruppi organizzati, comunità, reti (di reti) sociali” 

Come si fa ricerca azione? Il processo metodologico

Gli sviluppi più recenti della metodologia della ricerca azione risentono del contributo degli studiosi delle scienze organizzative e degli scholarly practitioners. Il modello metodologico che permette di lavorare con diversi tipi di stakeholder è il Ciclo del cambiamento governato[2] che evidenzia le fasi cicliche e interattive che il ricercatore della ricerca azione e il “sistema sociale di riferimento”[3] attraversano nel processo con-diviso di ricerca (e) azione.

Il ciclo si articola in sei fasi: ricognizione, accesso e contrattazione, diagnosi, programmazione e negoziazione dell’intervento, azione, valutazione.

IL CICLO DEL CAMBIAMENTO GOVERNATO (informato dalla ricerca azione)
Fonte: Neumann (2017:81)

Le fasi della ricerca azione

La fase della ricognizione segna l’inizio della ricerca azione. Ha carattere esplorativo e per questo è definita anche “pre-accesso”, caratterizzata dai primi contatti, anche informali, tra ricercatore e “stakeholder significativo”[4] che permetteranno al ricercatore di comprendere alcune questioni importanti (come la definizione, anche generica, del problema) e decidere se avviare o meno l’intervento.

La fase successiva, quella di accesso e contrattazione, è la fase che permetterà al ricercatore di approfondire ulteriori aspetti solo accennati nella fase precedente, ad esempio chiarire gli obiettivi e le ragioni del sistema sociale di riferimento e concordare gli obiettivi e le finalità della ricerca azione. Questa fase è molto importante perché richiede al ricercatore un doppio compito: negoziare un accordo formale per lavorare insieme (obiettivi, ruoli, tempi) e negoziare un “contratto psicologico informale” di bisogni e aspettative reciproche (inclusa la negoziazione dei ruoli e la ricognizione dei quadri di senso utilizzati da entrambe le parti per spiegare e dare senso alla situazione da affrontare).

L’obiettivo principale della fase della diagnosi riguarda lo sviluppo di ipotesi operative (working hypothesis)[5] per comprendere il sistema con cui si dovrà lavorare e il problema (o opportunità) per il quale la ricerca azione è stata avviata. La diagnosi inizia sempre con la riflessione e la decisione riguardo al tipo, ai metodi e ai tempi di raccolta delle informazioni, agli attori (singoli o collettivi) da coinvolgere e alla restituzione dei risultati della fase diagnostica.

La restituzione dei dati (feedback seminar) aiuta a costruire il consenso e mobilitare l’impegno prima della programmazione e negoziazione dell’intervento; il fatto che gli attori (sistemici, comunitari e organizzativi) siano coinvolti nel ricevere i risultati della diagnosi, che le loro reazioni siano materiale su cui poter lavorare e che la programmazione delle azioni da realizzare sia condivisa, riduce la possibilità che emerga una resistenza durante l’intervento, o che le eventuali ragioni di una resistenza siano comprese e incluse nella progettazione dell’intervento.

La fase della programmazione e negoziazione dell’intervento richiede la motivazione di tutti gli attori coinvolti a impegnarsi in un processo di comprensione della situazione e ad attivare il cambiamento attraverso una serie di azioni. Lo scopo della fase dell’attuazione è quello di realizzare le azioni concordate e programmate in modo da massimizzare la realizzazione degli obiettivi condivisi nella fase precedente. 

La fase della valutazione permette di stabilire che cosa ha funzionato durante l’intervento, cosa deve essere ulteriormente sviluppato e quali sono i passi successivi richiesti, anche in termini di ulteriore diagnosi, o di intervento se necessari. Consente anche l’istituzionalizzazione, cioè il consolidamento e l’accoglienza istituzionale del cambiamento ottenuto. Anche se la valutazione è posta alla fine di un ciclo di ricerca azione e richiama la conclusione del rapporto tra ricercatore e sistema sociale per la circolarità che distingue il modello essa può dar vita a un altro round di accesso e contrattazione (Vedi figura). 

Ricerca azione e servizio sociale

Il processo metodologico della ricerca azione presenta delle somiglianze con il processo metodologico del servizio sociale. Seppure nella diversità, paradigma e metodologia di ricerca (ricerca azione) da un lato e disciplina e professione (servizio sociale) dall’altro, la relazione simpatetica tra le due è rintracciabile in una proprietà condivisa: in entrambi la produzione della conoscenza non è fine a se stessa, ma è connessa all’intervento nella realtà e a processi di empowerment, indipendenza e autonomia degli attori (siano essi individui e/o sistemi sociali) coinvolti.


[1] Lewin K. (1946), Action research and minority problems, in Lewin GW. (eds), Resolving Social Conflict, Harper & Row, 1948

[2] Neumann J. (1997), La negoziazione dell’accesso e la contrattazione, in Neumann J., Apprendere per Cambiare, la ricerca azione per il cambiamento e la consulenza organizzativa, traduzione e cura di Francesca Falcone e Antonio Samà, Maggioli, 2017

[3] “Sistema sociale di riferimento” è il termine usato per indicare i gruppi e le comunità con cui il ricercatore lavora.

[4] “Stakeholder significativo” indica la persona o il piccolo gruppo dotato di autorità decisionale per avviare la ricerca azione

[5] Working hypothesis è l’equivalente di ciò che nelle scienze sociali è considerata una “interpretazione” attraverso cui spiegare comportamenti e relazioni interpersonali. È uno strumento del ricercatore della ricerca azione che fotografa la realtà in cui le persone sono immerse e alle quali la working hypothesis è restituita per consentire loro l’acquisizione livelli di consapevolezza che permettano a ciascuno di potere esercitare la propria autorità nel testare quella realtà.


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