Mamma multata per un abbraccio. Quando il distanziamento diventa disinvestimento

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Mamma multata per un abbraccio. Quando il distanziamento diventa disinvestimento

Effetti psichici della pandemia. Paura e affetto. Equilibrio, buon senso e riflessione.

Gli effetti psichici della pandemia 

Il caso della mamma multata per aver abbracciato il suo bambino collocato in affido ha fatto il giro dei media, suscitando pareri contrastanti ma, soprattutto, spingendo, noi addetti ai lavori, a riflettere sul fatto che l’emergenza Coronavirus, non solo ha cambiato le nostre abitudini di vita, ma ha influito sulla nostra psiche.

«L’invito è a mantenersi vigili su presidi e distanze, ma stando attenti a non posizionare la mascherina né sugli occhi, né sul cuore»

Disturbo post-traumatico da stress 

A lanciare l’allarme è stata la Società Italiana di Psichiatria (SIP), che, secondo le stime effettuate, ha appurato che la reclusione forzata cui siamo stati sottoposti, ha generato, perfino tra chi non è stato infettato e non ha subito lutti, disturbi post- traumatici da stress. 

Il Coronavirus, infatti, è un nemico invisibile e sconosciuto che ha attivato in molti di noi l’emozione primaria della paura, orientandoci a porre in essere comportamenti protettivi, per tutelarci dal rischio. 

Quale vicinanza?

Le misure restrittive, che la Fase 2 non ha certo azzerato e, soprattutto, il distanziamento sociale, hanno, inoltre, contribuito a rimodulare non solo il concetto di distanza/vicinanza fisica, ma anche e, soprattutto, psicologica. 

La forza dell’abbraccio 

Tornando, dunque, al caso in questione, se da un lato la reazione dell’educatrice può essere comprensibile per il perdurare dei sentimenti di paura, allarme e timore del contagio, allo stesso tempo è condivisibile anche il comportamento della madre che, privata di ogni legame materiale con il proprio bambino, azzera le distanze di sicurezza, in un abbraccio riparatore, consolatorio, contenitivo, in cui la forza normalizzante dell’affettività, prevale sulla razionalità imposta dal Sistema. 

Equilibrio, buon senso e riflessione 

Pertanto, a parere di chi scrive, in questa storia, non esiste un vincitore e un perdente, i fatti lo evidenziano chiaramente, ed emerge la doverosa riflessione, per quanti di noi lavorano in prima linea nel Sociale, a far sempre prevalere un senso di equilibrio, un giusto tempo per valutare caso per caso, in questo particolare momento, anche pensando a ciò che riteniamo maggiormente protettivo per noi stessi e per gli altri, sia sotto il profilo fisico che psicologico, ma senza tagliare fuori il buon senso, senza disinvestire sulla capacità di riflessione e adattamento propria del professionista dell’aiuto.

L’invito, dunque, è a mantenersi vigili su presidi e distanze, ma stando attenti a non posizionare la mascherina né sugli occhi, né sul cuore!



Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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