Infaticidio: il nuovo allarme sociale (parte II)

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Infaticidio: il nuovo allarme sociale (parte II)

Programma di prevenzione: supporto alla maternità e alla genitorialità. Rete relazionale e psicologia di base. 

La mancanza di risorse 

La vera e propria radice del disagio si trova nella rete relazionale in cui incappano le giovani madri. 

La solitudine in cui versano queste donne è un grande segnale di come manchino le risorse fondamentali provenienti dalla famiglia, dalla realtà territoriale, dalla comunità locale e quindi di come si perde facilmente quella rete di supporto e solidarietà tra persone. 

«È il momento di creare un programma di prevenzione efficace per contrastare questo triste fenomeno» 

Di cosa ha bisogno la donna?  

È il momento di creare un programma di prevenzione efficace per contrastare questo triste fenomeno, con la messa in rete dei servizi rivolti alla maternità, all’infanzia e alle categorie socialmente fragili per la presa in carico della donna, individuare il contesto a rischio e intervenire tempestivamente con un approccio integrato.  

La donna ha il diritto a essere informata sulle leggi che tutelano la maternità e sulle forme di aiuto che può ricevere, ha il diritto di essere ascoltata e sostenuta durante la gravidanza e anche di poter scegliere di non riconoscere il bambino, consentendogli di ricevere le cure necessarie al suo sviluppo. 

Il supporto ad una genitorialità consapevole ha anche l’obiettivo di garantire a tutti i bambini che nascono, la protezione e la tutela dei diritti, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica e dalle condizioni socio-economiche in cui vengono messi al mondo, contrastando quei fenomeni sommersi di disagio, che poi possono manifestarsi e sfociare in maltrattamenti e persino nell’infanticidio. 

Il supporto psicologico 

Certamente un grande supporto alle azioni di prevenzione dell'infanticidio è rappresentato dalla Legge Regionale 3 agosto 2020, n. 35 "Istituzione del servizio di Psicologia di base". Lo Psicologo di base garantisce il benessere psicologico nell'ambito della medicina di base ed opera in collaborazione con medici di medicina generale, con i pediatri di libera scelta e con gli specialisti ambulatoriali, nonchè con il servizio sociale professionale dei comuni e/o ambiti sociali nel campo dell'integrazione socio sanitaria.  

La sua azione è vicina alle realtà di vita degli utenti, alle famiglie e alla comunità, fornisce un primo livello di assistenza psicologica, di qualità, accessibile, efficace e integrato con gli altri servizi sanitari. Assicura, inoltre, una rapida presa in carico del paziente. Si rivolge alla persona che si sente particolarmente fragile che vive in una situazione di marginalità e povertà sociale in seguito a uno o più eventi stressanti accaduti nella propria esistenza, che ostacolano il suo benessere psicologico, affettivo, relazionale, sociale e lavorativo.  

Secondo Leff (1993), i vantaggi del sostegno psicologico in gravidanza sono molteplici. È possibile ricevere in trattamento persone che altrimenti non avrebbero chiesto aiuto e, spinte dall’esigenza di essere delle buone madri, possono protrarre il trattamento anche nella fase post-natale. Il sostegno in gravidanza può aiutare a sanare alcune ferite derivate dall’infanzia e/o riconoscere i sintomi prodromici delle varie manifestazioni relazionali che potrebbero esitare in drammi irreparabili.


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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