L’incontro generazionale e i suoi benefici

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L’incontro generazionale e i suoi benefici

Rafforzare i legami tra generazioni diverse. Educare al rispetto della diversità. Favorire l’instaurazione di una società più coesa.

Rapporti significativi

Spesso le pratiche intergenerazionali sono viste con diffidenza, ma in realtà queste possono favorire l’instaurazione di valori che mantengono la società coesa. Nel nostro ordinamento si riconosce l’importanza dell’incontro tra generazioni già all’articolo 317 bis del Codice civile, il quale prevede, al comma primo, che «gli ascendenti hanno diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni». Questo perché si riconosce l’importanza dei nonni, i quali contribuiscono alla crescita dei nipoti arricchendo il loro bagaglio culturale e aiutandoli nella formazione della loro personalità.  Per gli stessi motivi può essere considerato efficace qualunque altro incontro tra generazioni, i cui benefici principali sono: rafforzare i legami tra età diverse, educare al rispetto della diversità, favorire l’instaurazione di una società più coesa.

«Gli ascendenti hanno il diritto di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni»

Rafforzare i legami tra generazioni

L’incontro tra generazioni  comporta il trasferimento di valori, credenze e skills. Tutto ciò rafforza i legami tra due generazioni considerate, spesso, poli opposti. Si creano così punti di giunzione tra persone altrimenti distanti ed estranee.

L’uno è risorsa per l’altro: l’adulto aiuta il bambino a partecipare in modo attivo, gli insegna a riflettere e fa luce sul patrimonio storico e culturale. Insomma lo prepara al futuro. Il bambino a sua volta aiuta l’adulto a custodire (e, a volte, a riprendere) le redini della sua vita, lo aiuta a concentrarsi sul domani e ad aprirsi alle novità.

Gli aspetti negativi

L’approccio intergenerazionale però può avere anche dei risvolti negativi, se ad esempio, si utilizza un “metodo deduttivo o magistrocentrico”.

Si tratta di un metodo in cui il bambino è l’allievo a cui non è richiesta partecipazione, e l’adulto assume una posizione di supremazia, è il maestro che deve somministrare contenuti al bambino.

Questo implica insistere sull’antico e non favorire scambio e crescita. Al contrario, per l’instaurazione di un legame è importante che entrambi i soggetti siano su uno stesso piano e siano aperti alle novità.

Educare al rispetto della diversità

La pratica intergenerazionale può essere vista anche come un esercizio sociale che si propone di invitare all’ascolto e all’integrazione, di ridurre  pregiudizi e discriminazioni e superare le barriere. Un esempio di questa volontà di abbattere i confini grazie alle iniziative intergenerazionali è il “Progetto TOY” (Together Old and Young).

Il Progetto TOY si basa sulla “devianza positiva”, una prospettiva di risoluzione dei problemi che parte dall’idea che le comunità abbiamo risorse nascoste che possono essere utilizzate per trovare soluzioni a problemi comuni. Una di queste risorse è proprio la diversità, vista come una fonte di ricchezza, un’opportunità di crescita e arricchimento. 

Si tratta di un progetto finanziato dalla Commissione Europea con l’obbiettivo di abbattere i muri intergenerazionali, nel rispetto delle reciproche identità, e creare così una società più unità. Tutto ciò viene perseguito diffondendo la cultura intergenerazionale, coinvolgendo bambini e anziani in vari spazi come giardini urbani, scuole, centri diurni e centri ricreativi.

Servizio sociale e instaurazione di una società coesa

La coesione sociale sta ad indicare l’insieme di comportamenti e legami tra individui di una comunità, volti a ridurre le disparità economiche, sociali e culturali. Favorire la vicinanza tra diverse generazioni aumenta l’empatia. E questo, a sua volta, induce i soggetti alla “prosocialità”, un tipo di comportamento che tende a favorire altre persone e gruppi, aumentando la possibilità di generare reciprocità.

Il relazionarsi con gli altri e lo scambio di informazioni inoltre aumenta l’autoconsapevolezza, stato in cui si è coscienti di sé, della propria esistenza e del proprio pensiero individuale.

Ciò di conseguenza riduce la “de-individuazione”, che è invece il processo attraverso il quale le persone perdono il senso della propria identità e assumono comportamenti asociali, caratterizzati da violenza e aggressività.

Pertanto possiamo affermare che il Servizio Sociale ha un forte interesse a promuovere e favorire il confronto intergenerazionale poiché esso aumenta la coesione facendo percepire la persona parte di un gruppo e riduce la devianza individuale.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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