La dislessia e i DSA: cosa fare? Conoscere per intervenire

Home
/
Blog AffidoBlog Social Work
/
La dislessia e i DSA: cosa fare? Conoscere per intervenire

DSA: caratteristiche e punti di forza, rischi e implicazioni.Competenze strumentali e visione d’insieme. Strumenti compensativi, misure dispensative e autonomia.

Quali sono i punti di forza dei DSA?

Comprendiamo chi sono, come si manifestano, quali sono i punti di forza dei DSA, per andare "oltre" le proprie convinzioni. Come sarebbe opportuno intervenire nelle attività didattiche quotidiane attraverso strategie di insegnamento più adatte.

«Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l'intera vita a credersi stupido»

Chi sono e come si manifestano i DSA?

Con l'acronimo DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento) si intende una categoria diagnostica, relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento che appartengono ai disturbi del neurosviluppo (DSM-5, 2014), che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche, ossia: dislessia per quanto riguarda la lettura, disortografia e disgrafia per la scrittura, e discalculia per il calcolo (CC-2007).                  

Le principali caratteristiche che contraddistinguono i DSA riguardano: le inattese e importanti difficoltà nella letto-scrittura e/o nei numeri e nel calcolo; le difficoltà nella consapevolezza fonologica, cioè difficoltà nel riconoscere quanti, e in che ordine sono i suoni di una parola; la lentezza nella automatizzazione di diverse abilità. Inoltre i bambini possono anche avere difficoltà di coordinazione, di motricità fine, nelle abilità di organizzazione e di sequenza e difficoltà nell'acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, stagioni, ecc.).

La Consensus Conference dell'Istituto Superiore di Sanità (Cc-ISS, 2011) definisce i disturbi specifici dell'apprendimento “Disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici”.

È importante quindi sottolineare che i bambini con disturbi specifici dell'apprendimento hanno un’intelligenza nella norma e/o superiore alla norma, essi riescono facilmente ad avere una visione di insieme, a percepire un'immagine nel suo complesso. Pensano soprattutto per immagini, visualizzando le parole e i concetti in modo tridimensionale.

Sono in grado di cogliere gli elementi fondamentali di un discorso o di una situazione, ragionando in modo dinamico e creando connessioni inusuali che altri difficilmente riescono a sviluppare. Apprendono facilmente dall'esperienza e ricordano maggiormente i fatti come esperienze di vita. Sono capaci di vedere le cose da diverse prospettive e processano le informazioni in modo globale invece che in sequenza.

Perché è importante una diagnosi precoce nei DSA?

La diagnosi di disturbo dell'apprendimento viene di solito eseguita solo al termine del secondo anno di scuola primaria, anno in cui tale disordine diventa più evidente grazie all'esposizione della letto-scrittura.

Le ricerche hanno messo in luce che i disturbi specifici dell'apprendimento si presentano associati a disturbi emotivi e comportamentali che, se sottovalutati, possono costituire un fattore di rischio per il futuro benessere psicologico dell'individuo (Mugnaini et al. 2008).

Quando ancora non c'è la diagnosi sia il bambino che la famiglia e la scuola, si ritrovano nella confusione di un basso rendimento scolastico senza capirne il motivo. I genitori sono confusi e spesso oscillano fra comportamenti severi e punitivi con inviti all'impegno e lunghi periodi in cui attendono sperando che il tempo possa portare ad un miglioramento della situazione. In questa fase il bambino si sente incompreso sia in famiglia che a scuola e lui stesso comincia a dubitare delle proprie capacità.

Questo può essere molto destabilizzante e provocare un abbassamento dell'autostima, disagio psicoaffettivo, un sentimento di inferiorità, nonché senso di colpa, soprattutto se si sente giudicato pigro e svogliato.                       

Inoltre se il disturbo non viene trattato adeguatamente, nonostante sia stata effettuata una diagnosi, le manifestazioni psicologiche della sofferenza possono assumere varie forme: da un lato il bambino può presentare un comportamento ritirato, chiuso in se stesso, di evitamento del confronto; nella modalità di reazione opposta invece si possono presentare sentimenti di rabbia che portano a comportamenti disturbanti, opposizione alle insegnanti e aggressività col personale scolastico e con i pari. Il rischio è quello di restare intrappolati in circoli viziosi, in cui fallimenti e la demotivazione vanno a potenziarsi vicendevolmente.

Nel DSM 5 (APA,2013) si sottolineano inoltre le possibili «conseguenze funzionali negative lungo l'arco di vita che includono[...] alti livelli di stress psicologico e inferiore salute mentale generale [...] l'abbandono scolastico e i sintomi depressivi aumentano il rischio di esiti negativi in termini di salute mentale generale. Al contrario alti livelli di supporto emotivo e sociale predicono migliori risultati a livello di salute mentale». Diventa  estremamente importante quindi una diagnosi e un trattamento adeguato affinché si possano ottimizzare i risultati e prevenire che il bambino sviluppa una bassa autostima.

Di cosa hanno bisogno gli allievi con DSA?

Nella Circolare Ministeriale per studenti con DSA nel 2004 (Nota Miur prot. n. 4099/A del 5/10/2004 e successive, Linee Guida, 2011) vengono proposti ed elencati in modo dettagliato i possibili strumenti di cui l'alunno con DSA può avvalersi a seguito della presentazione della diagnosi.

Gli strumenti compensativi sono per lo più didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell'abilità deficitaria. Fra i più noti indichiamo: la sintesi vocale che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; il registratore che consente all'alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; programmi di videoscrittura con correttore ortografico che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l'affaticamento della rilettura e della correzione degli errori; la calcolatrice che facilita le operazioni di calcolo; strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali.

Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all'alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che a causa del disturbo risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l'apprendimento. Per esempio l'alunno con DSA può essere dispensato: dalla lettura ad alta voce; dal prendere appunti; dalla lavagna; dallo studio mnemonico; dallo studio della lingua straniera in forma scritta; dai tempi standard nell'esecuzione dei lavori.

Strumenti compensativi e misure dispensative permettono di raggiungere un buon grado di autonomia e possono far parte della vita di chiunque, oltre che dello studente con DSA. In questo senso non bisogna dimenticare che individualizzare e personalizzare la didattica significa dare a ognuno ciò di cui ha bisogno.

 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • Giacomo Stella, Luca Grandi, Come leggere la dislessia e i DSA, Giunti Edu, 2016
  • Marilena Meloni, Natalia Sponza, Pamela Kvilekval, La dislessia raccontata agli insegnanti, Libriliberi, 2012;
  • Marilena Meloni, Natalia Sponza, Nicoletta Galvan, Dislessia attività di recupero letto-scrittura, lettura, informatica, Libriliberi, 2005; 


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
Scrivi un Messaggio
Accetto la Privacy Policy
L'invio del tuo messaggio è andato a buon fine.

Siamo lieti che tu ci abbia scritto! A breve il messaggio sarà visionato dallo Staff del Centro Studi. Ti risponderemo quanto prima.

Cordiali saluti, la Tutor del Centro Studi, dr.ssa Carmela Carotenuto.
Oops! Qualcosa è andato storto!