Assistente sociale e dipendenze: come contrastare, curare e prevenire - PARTE II

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Assistente sociale e dipendenze: come contrastare, curare e prevenire - PARTE II

Processo d’aiuto: valutazione multidimensionale, percorso terapeutico-riabilitativo personalizzato, assessment, gruppi di auto-mutuo-aiuto.

Procedimento metodologico: processo d’aiuto

I professionisti che operano al serd, impegnati a mettere in atto azioni di supporto, aiuto e recupero, svolgono un lavoro di équipe effettuando una “V.M.D.”(Valutazione multidimensionale) che permetterà di rispondere in modo globale al problema posto dalla persona.  Successivamente si realizzerà un percorso terapeutico- riabilitativo più adeguato alla persona, a patto che la persona abbia espresso il suo consenso, affinché venga rispettato il suo diritto di autodeterminazione, e che abbia consapevolezza della situazione problematica, poiché, la presa di coscienza del problema è il primo passo per poter risolverlo.

Spesso le persone affette da una dipendenza tendono a minimizzare il problema o a negare l’evidenzia, poiché non accettano di avere un problema; pertanto, non si presenteranno spontaneamente al servizio ma invitati da altre persone o altri servizi. Ciò che può fare l’assistente sociale, in questa fase, è fornire tutte le informazioni necessarie e mettersi in contatto con la persona.

Quando, la persona, attraverso vari colloqui motivazionali, accetta di avere un problema ed è determinata a mettere in atto un cambiamento, l’assistente sociale, insieme ad altri professionisti, può redigere un progetto terapeutico-riabilitativo personalizzato che porterà al superamento della condizione problematica e all’eliminazione di comportamenti dis-funzionali per il benessere psico-fisico.

L’elaborazione del progetto è regredita da una fase di assessment. L’assistente sociale durante l’assessment utilizza alcuni strumenti, quali; colloquio e visita domiciliare, per comprendere le risorse della persona e del suo ambiente di vita, il supporto della rete primaria, il contesto sociale, lavorativo e economico. Sulla base di questa fase valutativa, integrata con l’assessment attuato da altri professionisti, si redige il contratto e si elabora un progetto d’aiuto. Tale progetto dovrà includere, gli obiettivi che si intendono raggiungere, le risorse professionali e personali da attivare, gli interventi da mettere in atto e attività di verifica e valutazione.

Tra i diversi interventi che possono essere attivati nel progetto d’aiuto, volti a sostenere la persona nel superamento della sua condizione di bisogno, sono: procedere alla nomina dell’amministratore di sostegno (legge 6\2004), affinché aiuti la persona alla corretta gestione del suo patrimonio, realizzare percorsi psicoeducativi volti alla valorizzazione e alla buona gestione del denaro, psicoterapia, sostegno psicologico individuale, indirizzare la persona a partecipare agli incontri di gruppi-auto-muto aiuto. Si tratta di gruppi di persone che condividono lo stesso problema e attraverso l’auto-mutuo-aiuto riescono ad astenersi dalla dipendenza di cui sono affetti. Negli anni, tali gruppi sono diventati una risorsa fondamentale, non solo per il contrasto alle dipendenze.

«L'obiettivo dell’assistente sociale non è quello di far uscire la persona dal suo stato di dipendenza, ma far sì che ella non ritorni più al punto di partenza»


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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