Ambiente disfunzionale e processo d’affido: un intervento positivo lontano da pregiudizi e luoghi comuni

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Ambiente disfunzionale e processo d’affido: un intervento positivo lontano da pregiudizi e luoghi comuni

Legge n.184 del 1983, “Affidamento familiare”: intervento temporaneo a tutela del minore e dei legami inefficienti.

Stereotipi e pregiudizi legati all’operato dell’assistente sociale 

-“L’Assistente Sociale? Porterà via mio figlio, per sempre”- Chissà quante volte abbiamo sentito persone pronunciare frasi del genere. Molti sono, infatti, gli stereotipi legati all’operato dell’assistente sociale, soprattutto all’interno del processo di affido familiare; stereotipi, il più delle volte immotivati, frutto di luoghi comuni senza valide fondamenta. Se è vero, come disse Einstein, che “è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”, toccherà leggere il resto dell’articolo con occhio asettico per poi trarre la propria personale conclusione.  

«La figura professionale dell’Assistente Sociale deve essere abile ad assottigliare le carenze delle famiglie per evidenziarne i punti di forza» 

Teoria dell’attaccamento: il ruolo dell’affidamento familiare in assenza di legami funzionali 

John Bowlby sostiene che l’armonia delle risposte comportamentali siano l’elaborazione delle informazioni provenienti dall’ambiente e, in particolare, dal legame madre-bambino. Queste risposte permetteranno al bambino di sviluppare un attaccamento che gli permetterà, in età adulta, di essere un buon genitore.  

Al contrario, un attaccamento disfunzionale con assenza, carenza o distorsione di cure primarie svilupperà nel bambino una condizione di vulnerabilità emotiva e cognitiva.  

Pur essendo attivo per tutta la vita, il legame di attaccamento opera in maniera incisiva nei primi anni di vita, ecco perché bisogna creare cooperazione e continuità tra i legami.  

Rendere ben chiari quali sono gli obiettivi da raggiungere con l’attuazione di questo intervento, permetterà non solo di instaurare un rapporto di fiducia e di condivisione delle emozioni tra l’assistente sociale e il nucleo familiare in questione, ma permetterà a quest’ultimo di essere funzionale alla crescita e allo sviluppo della personalità del minore.  

L’importanza dell’individualità nel processo di affido 

Ogni bambino può essere considerato come una persona dotata di dignità e, in quanto tale, merita di essere rispettato e tutelato. Affinché un processo di affido possa auspicare nella buona riuscita è necessario creare un singolo progetto, per ciascun individuo, adatto alle circostanze e alle situazioni che il minore sta affrontando.  

Per meglio comprendere quanto detto, basta pensare all’esempio del sarto che cuce un vestito su misura: seppur gli strumenti e i materiali saranno i medesimi di altri lavori, il vestito non potrà mai essere uguale ad un’altra creazione. Allo stesso modo, nonostante l’assistente sociale metterà in campo metodi e tecniche simili, ogni progetto sarà diverso dall’altro, personalizzato, in quanto ogni minorenne ha una propria storia di vita. 

L’affidamento familiare: considerazioni e obiettivi  

L’affidamento familiare deve considerarsi non come una separazione per distruggere i legami che intercorrono tra il bambino e la famiglia d’origine, bensì come un sussidio a tutela del minorenne stesso in un momento difficile della sua vita.  

I bambini non sono allontanati dalla loro casa e dai loro genitori con l’intento di non farli più rientrare, infatti una volta che il nucleo familiare d’origine ha superato le problematiche che lo caratterizzavano, il bambino può far ritorno nella sua casa.  

La figura professionale dell’assistente sociale deve essere abile ad assottigliare le carenze delle famiglie per evidenziarne i punti di forza.  

 

 

 

 


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