Accompagnare i drop-out verso il loro progetto di vita

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Accompagnare i drop-out verso il loro progetto di vita

Oltre l’abbandono scolastico: le relazioni familiari e amicali al centro del benessere sociale dei giovani drop-out.

Un futuro di speranza, oltre la difficoltà 

I giovani che hanno abbandonano la scuola possono essere accompagnati positivamente nella vita adulta offrendo loro un contesto relazionale positivo. Innanzitutto sul fronte delle relazioni familiari e amicali i giovani possono sperimentare e acquisire quell’autostima che permette di evitare l’apatia e di maturare un’adeguata consapevolezza di sé stessi e del futuro.

«le relazioni significative permettono ai giovani drop-out di acquisire familiarità con le proprie risorse per la risoluzione dei problemi» 

Quali prospettive per i giovani drop-out?

Abbiamo già avuto modo di analizzare insieme i risultati di una ricerca norvegese sulle cause dell’abbandono scolastico nei giovani frequentanti il primo anno delle scuole superiori. L’articolo, pubblicato sulla rivista scientifica International Social Work, offre anche un’analisi qualitativa dei fattori che possono aiutare questi giovani nella costruzione e realizzazione del loro progetto di vita.[1] 

L’importanza delle buone relazioni 

Si tratta essenzialmente di fattori relativi ad una buona qualità delle relazioni. Tutti i giovani drop-out presentano un significativo timore verso il loro futuro. Tuttavia coloro che sperimentano relazioni ben funzionanti riescono a sviluppare vissuti e comportamenti improntati ad un sano ottimismo. 

Tra i fattori che stimolano i giovani drop-out a maturare atteggiamenti proattivi troviamo la presenza di una rete amicale ben funzionante. Ad esempio uno dei giovani più dinamici ha dichiarato: «ho molti buoni amici che incontro nel tempo libero». 

La famiglia, prima risorsa

Determinante la presenza di almeno una figura genitoriale positiva e la possibilità di parlare quotidianamente in famiglia di scuola e di lavoro. Così racconta uno dei giovani drop-out intervistati: «Ho una madre meravigliosa… parliamo di qualunque cosa… siamo vicino l’uno all’altra e lei lo è sempre e mi ha supportato quando avevo bisogno di aiuto». 

Significativa anche la presenza positiva dei familiari nelle attività relative al tempo libero: «i miei genitori si sono coinvolti tanto con me. Questo mi ha permesso di partecipare a varie attività ricreative e sportive».  

Autostima vs. Apatia 

La buona qualità delle relazioni familiari e amicali permette ai giovani drop-out di non maturare comportamenti passivi e privi di iniziativa. La ricerca evidenzia quanto le relazioni significative permettano loro di acquisire familiarità con le proprie risorse per la risoluzione dei problemi.

Al contrario, collegandosi anche agli studi di Antonovsky,[2] la ricerca sottolinea come la mancanza di riferimenti e di riconoscimento relazionale generino una grave condizione di apatia: «se scopriamo che le nostre azioni non hanno alcun significato nel mondo, il mondo alla fine diventa insignificante». 

Cammini di consapevolezza 

Se invece i giovani sperimentano un ambiente domestico e comunitario caratterizzato da stabilità, forza e stretti legami emotivi, che consente comunicazione aperta e codeterminazione, sviluppano la capacità di assumere scelte consapevoli e atteggiamenti riflessivi nei confronti del loro ambiente e di creare un cambiamento positivo nelle loro vite.


[1] Ottosen, K. O., Goll, C. B., & Sørlie, T. (2019). ‘From a sense of failure to a proactive life orientation’: First year high school dropout experiences and future life expectations in Norwegian youth. International Social Work, 62(2), 684–698. https://doi.org/10.1177/0020872817746225.

[2] Antonovsky, A. (1987) Unraveling the Mystery of Health: How People Manage Stress and Stay Well. San Francisco, CA: Jossey-Bass.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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