Guida Accoglienza Ucraini

20 risposte sull'accoglienza familiare di mamme, bambini e ragazzi ucraini

1. Chi sono le mamme con figli da accogliere?
Si tratta di donne di età varia, per lo più nella fascia compresa tra i 20 e i 45 anni, con uno o più figli minorenni, i cui mariti sono rimasti in Ucraina per la guerra. Donne che prima del conflitto conducevano una vita normale, lavoravano, avevano una casa, dei vicini, una rete amicale… bambini e ragazzi che andavano a scuola, che facevano sport o altre attività, che avevano degli amici, etc.

2. Chi sono i bambini e i ragazzi “soli” da accogliere?
Il conflitto in Ucraina ha causato la fuga di decine di migliaia di bambini e ragazzi accolti negli Internat statali (centri educativi residenziali, analoghi ai grandi istituti presenti in Italia fino ai primi anni Duemila). Hanno un’età molto ampia (da 0 a 17 anni), anche se il maggior numero è rappresentato da preadolescenti (11-13 anni) e adolescenti (14-17 anni). Sono bambini e ragazzi che prima del conflitto frequentavano la scuola, avevano dei compagni con i quali condividevano la loro quotidianità, praticavano uno sport o altre attività, etc.

3. I bambini e i ragazzi “soli” sono tutti orfani? 
In gran parte, i bambini ei ragazzi da accogliere hanno famiglia e parenti con i quali, in Ucraina, avevano regolarmente rapporti e che sarà importante ricontattare, anche in vista del ricongiungimento, da realizzare appena sarà possibile.

4. I bambini e i ragazzi “soli” potrebbero essere adottati da chi li accoglie? 
I bambini e i ragazzi con famiglia, ovviamente, non sono adottabili. La parte, minoritaria, di bambini e ragazzi privi di famiglia (perché orfana o comunque allontanata da nuclei familiari con gravissime problematiche) potrebbe essere adottabile ma è improbabile che questo possa avvenire da parte di coloro che offrono la disponibilità all’accoglienza temporanea. Per l’adozione, infatti, occorre avere precisi requisiti e, comunque, chi fosse interessato ad adottare un bambino deve rivolgersi non alle Associazioni ma ai Tribunali per i minorenni

5. I ragazzi accolti potrebbero comportarsi in modo problematico? 
Molti di questi bambini e ragazzi hanno subito nella loro vita importanti ferite e traumi familiari, ai quali si aggiunge il dramma della fuga dalla guerra. È quindi possibile che alcuni di essi esprimano i loro disagi interiori adottando comportamenti problematici. Per questo motivo i ragazzi con situazioni più complesse saranno ospitati nelle Comunità di accoglienza, dotate di operatori specializzati. Nell famiglie si punterà ad inviare bambini e ragazzi con comportamenti compatibili con lo stile di vita e le esigenze di tranquillità di una normale famiglia. 

6. Occorre essere disponibili ad accogliere qualsiasi situazione? 
No. Il format di disponibilità chiede di indicare se si è disponibili per mamme con figli, per ragazzi (11-17 anni) o per bambini (0-10 anni). Ulteriori specifiche (ad esempio il sesso dei bambini, la presenza o assenza di disabilità, etc.) potranno essere espresse durante i colloqui con l’équipe di Progetto Famiglia.L’Equipe terrà presenti anche la composizione e le caratteristiche del nucleo familiare accogliente per favorire un buon abbinamento con i minorenni ucraini.

7. Mamme, bambini e ragazzi da accogliere potrebbero avere il Covid-19? 
In Ucraina, solo il 30% delle persone è vaccinata contro il Covid-19. Prima dell’accoglienza in famiglia, le persone saranno sottoposte a test Covid e potranno accedervi solo coloro che risulteranno negativi. È molto probabile che le autorità sanitarie italiane prevederanno la vaccinazione di queste persone in tempi brevi. È opportuno che le persone/famiglie che si rendono disponibili all’accoglienza siano vaccinate.

8. Quanto dureranno le accoglienze? 
Anche se la durata delle accoglienze non è al momento prevedibile, si può ragionevolmente ritenere che si prolungherà per vari mesi. Il periodo potrà variare inoltre in base ai casi specifici. Alcuni bambini e ragazzi potrebbero ricongiungersi con le famiglie in tempi brevi. Per altri potrebbe essere necessario attendere a lungo.

9. Quando inizieranno le accoglienze? 
Anche i tempi di avvio delle accoglienze sono al momento incerti. La rete di Progetto Famiglia si è organizzata per essere operativa a partire da aprile 2022. Vari fattori potrebbero accelerare o ritardare l’inizio. Occorrerà anche comprendere se il Ministero degli Interni organizzerà l’accoglienza in due fasi (prima nelle strutture e poi nelle famiglie) o se aprirà all’inserimento nelle famiglie fin dai primi giorni di arrivo dei profughi.

10. I minorenni accolti andranno a scuola? 
Una volta effettuata l’accoglienza di bambini e ragazzi, occorrerà dare attuazione ad un percorso di normalizzazione graduale della loro vita quotidiana. I primi periodi richiederanno maggiori attenzioni e non sarà opportuno inserirli a scuola, per permettere loro innanzitutto di ambientarsi nell’abitazione e nel nuovo contesto familiare. In un secondo momento, si procederà con l’inserimento nella vita sociale, scuola compresa, e all’apprendimento della lingua italiana. Nelle prime settimane l’Associazione Progetto Famiglia – qualora non si attivassero percorsi ad hoc da parte delle istituzioni pubbliche – organizzerà un ciclo di appuntamenti (online e/o in presenza) rivolti ai bambini e ai ragazzi accolti, con momenti di dialogo, incontro, confronto e – ove opportuno – anche di istruzione e formazione, in lingua ucraina e italiana.

11. I minorenni “soli” accolti avranno i documenti? 
Ciascun bambino e ragazzo, prima di essere accolto, sarà registrato presso le istituzioni competenti e sarà avviata la pratica per il riconoscimento dello status di rifugiato. Gli verrà inoltre assegnato un tesserino sanitario temporaneo dall’ASL di residenza della famiglia accogliente.

12. Quanto tempo è chiesto a chi si rende disponibile all’accoglienza? 
In generale, è da ritenere che durante i primi 7-10 giorni di accoglienza occorra mettere in conto la presenza continuativa in casa di un membro adulto della famiglia accogliente. Si tratta, infatti, della prima fase dell’accoglienza durante la quale occorre avere il tempo per essere accanto agli accolti. A seguire, la quantità di tempo e di energie che l’accoglienza richiede varia in base all’età e alle caratteristiche delle persone accolte.

13. Di quanto spazio hanno bisogno gli accolti? 
Mamme, ragazzi e bambini accolti hanno bisogno di almeno camera da letto a loro disposizione. Meglio ancora se è possibile riservargli anche un bagno. Le mamme con bambini possono essere ospitate anche in autonomia, in appartamenti liberi, purché seguiti con un contatto quotidiano da parte della persona/famiglia che mette a disposizione i locali. 

14. Chi seguirà le pratiche relative al permesso di soggiorno e allo status di rifugiato di mamme, ragazzi e bambini accolti? 
L’Associazione Progetto Famiglia seguirà con un referente specifico i vari aspetti connessi al permesso di soggiorno e allo status di rifugiato di mamme, ragazzi e bambini accolti. Questo avverrà con il supporto dei servizi pubblici e degli Sportelli di Caritas Italiana presenti sul territorio.

15. Chi avrà la tutela legale di questi bambini e ragazzi “soli”? 
Probabilmente, per ciascuno di questi bambini e ragazzi sarà nominato, dal Tribunale per i minorenni, un tutore legale volontario (in attuazione delle indicazioni della legge Zampa in materia di accoglienza di minorenni stranieri non accompagnati). Il tutore, ove nominato, opererà in raccordo con la famiglia ospitante e curerà gli interessi del minorenne. In mancanza di un tutore, la famiglia accogliente e il presidente di Progetto Famiglia assumeranno l’onere delle decisioni necessarie agli aspetti sanitari, scolastici, etc… concordandole ove possibile con le istituzioni invianti. 

16. Le madri accolte potranno andare a lavorare?
Le attuali indicazioni governative segnalano che le donne ucraine accolte potranno accedere al lavoro (sia dipendente che autonomo) senza dover attendere ulteriori permessi. Ovviamente i primi periodi di accoglienza serviranno per restare in casa, ad ambientarsi e rasserenarsi. A seguire, le donne potranno intraprendere esperienze lavorative. L’individuazione delle possibilità di lavoro sarà seguita dall’Associazione Progetto Famiglia in raccordo con la famiglia accogliente e con le Caritas territoriali.

17. Cosa succede se durante l’accoglienza si verificano danni o infortuni? 
L’Associazione Progetto Famiglia, d’intesa con le istituzioni invianti, provvederà alla stipula di una polizza assicurativa che copra le famiglie accoglienti per la responsabilità civile inerente ai danni causati a terzi o subiti dalle persone ospitate.

18. Quali sono i primi passi che devono fare coloro che sono disponibili 
Il primo passo è dare la propria disponibilità, specificando il tipo di accoglienza, compilando il form disponibile alla pagina www.progettofamigliaformazione.it/accoglienza-ucraini. L’Associazione Progetto Famiglia provvede a contattare le persone disponibili e le invita a partecipare ad alcuni incontri informativi e colloqui di conoscenza con l’équipe, all’esito dei quali si viene inseriti nella banca dati delle disponibilità.

19. Si è soli durante lo svolgimento dell’accoglienza? 
No. Una famiglia che accoglie una mamma, un ragazzo o un bambino ucraino è supportata da una équipe di esperti (assistente sociale, educatore, psicologo, etc) messa in campo dall’Associazione Progetto Famiglia. L’équipe attiva i sostegni del caso, sia a favore della famiglia accogliente che delle persone accolte. Inoltre la famiglia accogliente viene coinvolta in un gruppo di confronto tra le persone che vivono la stessa esperienza, in modo da condividere racconti e vissuti, concordando eventuali attività congiunte e attivando spontaneamente forme di sostegno reciproco.

20. Chi si fa carico dei costi di vitto, assistenza, cure? 
Chi si rende disponibile all’accoglienza mette in conto di provvedere a proprie spese a garantire vitto e cure di base alle persone accolte. È possibile, che il Servizio pubblico riconosca un rimborso per le spese connesse all’accoglienza, specie se di tipo straordinario (particolari interventi medici, altre esigenze specifiche…). In mancanza, si potrà contribuire alle spese mediante iniziative di raccolta fondi promosse dall’Associazione Progetto Famiglia.